L’apicoltura umbra è un settore “eroico”. Un po’ come la coltura dei vigneti a terrazze in Liguria. Lo testimonia l’identikit di Aupa, la principale associazione degli operatori del settore, alla quale il Corriere dell’Umbria oggi in edicola dedica un focus. Oltre 3 mila apicoltori e 41.795 alveari sono i numeri del comparto del­l’apicoltura umbra, che deve fare i conti con una terra poco propensa a dare buone produzioni a causa di colti­vazioni non adeguate. Ma proprio per questa ragione l’attenzione per il settore si è rafforzata negli anni.

In media realizziamo 6/7 chili di miele ad ar­nia – ha spiegato al quotidiano locale umbro, Luca Ciampelli di Apau -. A livello nazionale il numero è quasi il doppio. Questo perché il clima è più freddo e non ci sono molte colture da miele. Ora l’attenzione si sposta sui finanziamenti europei che stanno arrivando per in­ centivare le giuste piantagioni in tutto il Paese e anche l’Umbria ne beneficerà“.

Apicoltura: il settore caratterizzato da piccoli produttori, ma anche da aziende più strutturate

Il settore in Umnbria è caratte­rizzato da un arcipelago di piccoli produttori distribuiti sul territorio. Anche se non mancano aziende più strutturate, che però rappresentano l’eccezione. Sono queste piccole eccellenze dell’apicoltura diffusa ad essere destinatarie dei finanziamenti in arrivo dall’UE e che alimentano i fondi dedicati della Regione. Si tratta di finanziamenti per l’acquisto di arnie e attrez­zature ma anche alla diffu­ sione di presidi sanitari contro i parassiti che attaccano le api come la varroa e, infine, contributi che incentivano la specializ­ zazione degli assaggiatori di miele.

E proprio gli assaggiatori stanno crescendo di numero e qualificazione grazie agli evemnti organiozzati da Aupa e ai quali si avvicinano soprattutto i giovani. Amelia, Foligno e Magione, saranno i centri nei quali si terranno le prossime iniziative. Ma in pochi mesi è già successo: sono infatti oltre 75 i nuovi assaggiatori formati dalle associazioni.

Preoccupa la morìa delle api: in Europa alveari ridotti del 50% per colpa dell’uomo

Il Corriere dell’Umbria si occupa nel suo speciale anche del tema della salvaguardia della specie delle api. In poco tempo, nel territorio dell’Unione Europa, gli alveari si sono ridotti del 50% e le specie sono diminuite del 30%. Colpa dell’uomo, secondo l’inchiesta. La cui azione causa la distruzione del loro habitat naturale, riduce i luoghi in cui trovare il cibo e di conseguenza sta portando questi insetti sull’orlo dell’estinzione. Inquinamento di aria e terra, cambiamento climatico, monocolture intensive e uso di pesticidi, cementificazione di aree sempre più vaste e disequilibrio nell’avvicendarsi delle stagioni, le ragioni più gravi della morìa di api.

L’iniziativa dell’UE per ridurre l’uso dei pesticidi e salvare le api

La Commissione europea vuole dimezzare l’uso dei pesticidi chimici entro il 2030, nell’ambito del suo piano sulla sostenibilità ambientale e la biodiversità. Secondo la proposta presentata, l’obiettivo fissato, una riduzione del 50%, dovrà essere legalmente vincolante. Gli eurodeputati hanno anche chiesto l’istituzione di un Fondo per la natura e l’inserimento della salvaguardia di api e insetti nei piani nazionali della Pac. 

Un premio speciale agli apicoltori il prossimo 26 maggio a Villa Umbra

Infine, venerdì 26 maggio a Villa Umbra di Pila a Perugia verranno premiate con un attestato come riconoscimenti di merito le associazioni e imprese locali. L’evento Sostenibilità in Umbria, le buone pratiche che fanno la differenza è organizzato dall’assessorato all’ambiente della Regione Umbria e comincerà alle ore 10. In collaborazione con le associazioni degli apicoltori e con le associazioni del comportato agricolo e agroalimentare l’ente presenterà alcune iniziative. Si tratta di iniziative che hanno adottato sistemi rispettosi della biodiversità e della qualità, delle tradizioni e degli elementi identitari della regione.