Castel Ritaldi, 5 febbraio. Un uomo di 78 anni è morto in circostanze assurde, travolto da un’auto che ha deciso di muoversi da sola. Il veicolo, una Volkswagen di proprietà del figlio della vittima, era stato lasciato su una strada in leggera pendenza. Tutto sembrava tranquillo, poi l’imprevisto: la macchina si sfrena, accelera e colpisce in pieno l’anziano, inchiodandolo contro un muretto. Una scena da film dell’orrore, ma purtroppo senza finzione.

Incidente a Castel Ritaldi, la ricostruzione dell’accaduto

Un’auto lasciata in sosta, il portellone aperto, una manovra interrotta. Poi, la tragedia. Secondo i carabinieri, la Volkswagen del figlio dell’anziano era parcheggiata vicino casa sua, quando qualcosa è andato storto.

Il freno a mano non era inserito o forse un guasto ha fatto il resto: il veicolo si è mosso, ha puntato dritto il 78enne e l’ha schiacciato contro un muretto. Nessuna via di scampo, nessuna possibilità di evitarlo. Una sequenza terribile, che ora gli inquirenti stanno cercando di decifrare.

Pochi minuti dopo la tragedia, le sirene hanno squarciato il silenzio di Castel Ritaldi. Ambulanza, elisoccorso, carabinieri: tutti mobilitati nel tentativo di salvare il 78enne, ma ormai non c’era più nulla da fare.

I soccorritori del 118, arrivati a razzo, non hanno potuto far altro che constatare il decesso. Sul posto anche i militari dell’Arma, che ora devono sciogliere il nodo della dinamica: una distrazione fatale o un guasto meccanico? Le risposte, per ora, sono solo ipotesi.

La Giunta comunale, colpita dalla tragedia, ha annullato la riunione prevista nel pomeriggio. Anche a Spoleto, dove la vittima e la sua famiglia erano conosciuti, si respira incredulità e dolore. Nessuno riesce a capacitarsi di quello che è successo, mentre il paese si stringe attorno ai parenti dell’uomo in un silenzio carico di domande sospese.

Indagini in corso

Gli investigatori stanno passando al setaccio ogni dettaglio per capire cosa sia successo davvero. L’auto, ora sotto sequestro, verrà analizzata per escludere guasti meccanici o altri malfunzionamenti. La Procura di Spoleto è già al lavoro per stabilire eventuali responsabilità, perché qui non si parla di una semplice fatalità. Un’auto che si sfrena da sola e uccide un uomo non è un caso da archiviare in fretta.

Ora la palla passa alla Procura di Spoleto, che dovrà stabilire se ci siano colpe o se si tratti di una tragica fatalità. Le indagini sono serrate: si sta verificando se il veicolo avesse difetti di fabbricazione, se fosse stato sottoposto a manutenzione regolare e se vi siano eventuali negligenze. Una macchina non si muove da sola, e questa storia solleva interrogativi che non possono restare senza risposta. Possibili responsabilità penali? Qualcuno pagherà per questa morte assurda? Gli inquirenti stanno scandagliando ogni dettaglio, mentre il paese intero resta con il fiato sospeso.

Altri casi simili in Italia

Non è un caso isolato. Nel 2024, a Perugia, una donna di 65 anni ha perso la vita mentre faceva rifornimento: la sua Fiat Punto, lasciata in sosta, si è sfrenata, schiacciandola contro una colonnina del distributore.

Un incidente assurdo, come quello del 2019 a Grottammare, dove una portalettere è rimasta ferita in modo grave quando l’auto di servizio l’ha spinta contro un muro. E ancora, nel 2022, a Giulianova, due ragazzi hanno bloccato appena in tempo un’auto che stava per lanciarsi in discesa senza nessuno a bordo. Un dettaglio trascurato, una frenata mancata, e il rischio si trasforma in tragedia.

Ogni volta che lasciamo un’auto in sosta, ci affidiamo a un semplice gesto: tirare il freno a mano. Ma è sufficiente? A giudicare da questi incidenti, la risposta è no. La prima regola è inserire sempre il freno di stazionamento con decisione e, se possibile, lasciare l’auto in marcia. Chi parcheggia in discesa o in salita deve girare le ruote in modo strategico: verso il marciapiede o un ostacolo che possa fermare il mezzo in caso di movimento indesiderato. E poi c’è la manutenzione: il freno a mano va controllato, il cambio testato, perché un cedimento può trasformarsi in una sentenza.