Martedì 16 settembre, ore 18:30, un’80enne è stata investita da un’auto pirata sulla provinciale Gubbio–Gualdo. È ricoverata a Branca. Ricostruiamo l’episodio e riepiloghiamo i casi di persone investite nell’Eugubino-Gualdese nell’ultimo anno.
Una tranquilla sera di fine estate si è trasformata in un incubo per una famiglia eugubina. Erano circa le 18:30 quando la loro madre, una donna di 80 anni, è stata investita da un’automobile lungo la provinciale che collega Gubbio a Gualdo Tadino, proprio all’altezza del bivio per San Pellegrino.
L’anziana era uscita di casa soltanto per buttare i sacchi della raccolta differenziata. Un gesto quotidiano, routine di fine giornata. Poi, improvvisamente, l’impatto: un’auto che sopraggiungeva a velocità sostenuta in direzione Gubbio l’ha urtata, sbalzandola verso la ringhiera che delimita la proprietà.
Subito i familiari l’hanno soccorsa, chiamando il 118. La donna è stata portata d’urgenza all’Ospedale comprensoriale di Branca, dove le hanno riscontrato contusioni multiple al fianco, al braccio e alla gamba sinistra, una ferita lacero-contusa al gluteo (tre punti di sutura), una tumefazione al gomito e un trauma cranico dovuto all’urto contro la ringhiera.
“Siamo sconcertati dall’accaduto – racconta il figlio – e abbiamo informato i Carabinieri. Nei prossimi giorni, quando mamma potrà muoversi, presenteremo la denuncia formale”.
L’impatto è stato così forte da essere udito distintamente anche all’interno della casa. La famiglia chiede che vengano visionate tutte le telecamere di zona per risalire all’automobilista che non si è fermato a prestare soccorso.
Chi vive nella zona lo sa: il bivio di San Pellegrino è un punto delicato. Strada stretta, visibilità ridotta al tramonto, assenza di marciapiedi e attraversamenti pedonali sicuri. Non è la prima volta che i residenti segnalano la pericolosità del tratto, chiedendo dissuasori di velocità, segnaletica più visibile e una migliore illuminazione.
“Lì le auto corrono troppo. Servirebbero almeno cartelli di attenzione pedoni e un punto luce più forte in corrispondenza delle case”, ci dice un vicino di casa della famiglia coinvolta.
Raccogliere dati precisi non è semplice: le statistiche ufficiali ISTAT e ACI pubblicano numeri su scala provinciale o regionale e non distinguono sempre la tipologia di incidente. Per questo abbiamo ricostruito i casi attraverso le cronache locali e le segnalazioni.
Ecco l’elenco aggiornato per l’ultimo anno (settembre 2024 – settembre 2025):
Gubbio, 18 ottobre 2024 – Piazza Corsica (San Marco). Una donna 60enne viene investita (auto in retromarcia), trasportata a Branca e dimessa in serata con 10 giorni di prognosi.
Gubbio, 3 gennaio 2024 – imbocco via Matteotti. Pedone 64enne investito, portato a Branca. Episodio fuori dall’“ultimo anno” (cadendo oltre la finestra set 2024–set 2025), ma utile per contesto storico recente.
Nocera Umbra (area limitrofa). Segnalazione di uomo ~75enne investito davanti alla fontana di Bisleri (fonte social locale, da verificare con le autorità).
Contesto regionale Umbria 2025 (Spoleto). Più episodi gravi su pedoni riportati dalla stampa regionale (settembre 2025), utili come quadro della pressione del fenomeno a livello umbro.
A livello nazionale, secondo l’ASAPS, nel 2023 ci sono stati 18.483 pedoni investiti in Italia, una media di circa 50 al giorno. È un trend in crescita rispetto all’anno precedente.
C’è rabbia, ma anche una grande voglia di giustizia. I residenti chiedono più controlli e interventi strutturali: illuminazione, segnaletica, attraversamenti protetti.
“Non si può rischiare la vita per buttare la spazzatura. Non è il primo incidente e non sarà l’ultimo se non si interviene”, afferma un abitante del borgo.
Alcuni suggeriscono bande rumorose prima del bivio, cartelli luminosi e controlli serali della velocità, soprattutto nelle ore di rientro dal lavoro.
Le possibili soluzioni sono concrete:
controllare i sistemi di videosorveglianza privati e pubblici nelle vicinanze per individuare il veicolo;
migliorare l’illuminazione del tratto stradale, soprattutto nei pressi di abitazioni e cassonetti;
installare segnali di pericolo pedoni e riduttori di velocità;
valutare la creazione di un attraversamento protetto o almeno di una segnaletica orizzontale ben visibile.
L’episodio del 16 settembre non è solo un fatto di cronaca ma è motivo d’allarme per tutta la comunità. La signora sta lentamente migliorando, ma resta la paura di un tratto di strada che può trasformarsi in una trappola per i pedoni.
“La sicurezza non è un lusso, è un diritto”, ricordano i familiari. Il caso di martedì deve diventare l’occasione per una presa di coscienza collettiva: mettere in sicurezza le strade è il primo passo per proteggere chi le vive ogni giorno.