Dopo le clamorose dichiarazioni di ieri del candidato sindaco di Gubbio Angelo Baldinelli sulla necessità di un’alleanza tra le forze innovatrici della città, lo abbiamo raggiunto per un’intervista chiarificatrice. La politica è l’arte del possibile?
L’alleanza con Fiorucci e Girlanda pensa sia una cosa impensabile per Gubbio?
“La politica, essendo l’arte del possibile, quando ha come obiettivo il bene di una intera comunità quale è quella eugubina, dovrebbe essere non una cosa impensabile, ma appunto possibile qualora ci siano valori e proposte programmatiche simili e convergenti sui temi necessari per la città sia per i nostri giovani che stanno “scappando” dal nostro comune, sia sullo sviluppo economico quindi collegato a tale emorragia demografica. A volte fare un passo indietro e ricercare una unione di intenti è sinonimo di intelligenza e lungimiranza politica, anteponendo l’obiettivo principale di chi fa politica che è il bene comune rispetto alle personali ed egoistiche aspirazioni personali”.
Perché ha fatto questa proposta inaspettata?
“Perché ce lo chiede la città. Oggi più che in passato siamo di fronte ad una situazione direi drammatica da un punto di vista socio economico nella nostra città. Tutta la città in coro ci sta chiedendo un cambio di passo nei confronti di una esperienza amministrativa qual è stata quella della giunta Stirati e quindi anche della giunta della vice sindaco Tasso. Rimanere divisi potrebbe significare favorire una continuità a una azione amministrativa inconcludente quale è stata quella di Stirati, che tutta la città ha nei fatti clamorosamente bocciato da ogni punto di vista. Solo per questa mia visione di un cambiamento quanto mai necessario per la città mi sono sentito in dovere di lanciare questo appello alle altre forze civiche e politiche guidate da Fiorucci e Girlanda, che come il sottoscritto si sono trovate a competere individualmente, rischiando di fatto di favorire la vittoria di Alessia Tasso“.
Pensa che sia utile questo stratagemma?
“Certamente lo è perché i nostri programmi sono alquanto simili e convergenti e quindi insieme abbiamo la possibilità di vincere al primo turno e governare in modo coeso e produttivo di enormi risultati che andranno a favore di tutta la città“.
Allearsi è l’unico modo per vincere
Se la politica è l’arte del possibile, allearsi è l’unico modo per vincere?
“Sicuramente è il modo migliore che conosco per poter raggiungere la vittoria e finalmente cambiare in meglio la città. Qualora questo non sia possibile, io posso mettermi comunque a disposizione attraverso un dialogo costruttivo senza personalismi, per chi vorrà perseguire questa mia nuova consapevolezza nel voler unire tutte le forze possibili, per non perdere una occasione importante di rilancio della città, oggi quanto mai necessario per le condizioni drammatiche nelle quali siamo piombati, dopo un decennio politicamente disastroso da ogni punto di vista”.
È possibile, a suo parere, trovare un accordo di programma?
“Come ho già detto non vedo molte differenze programmatiche tra il nostro programma e quello degli altri due candidati, quindi la risposta almeno sull’accordo di programma è assolutamente possibile“.
Chi crede sarà il sindaco di voi tre?
“Se si ragiona per il bene comune di una intera comunità come ho già espresso, unica bussola che dovrebbe farci convergere su tale possibilità di unità di intenti, credo che la figura migliore per ricoprire la carica di Sindaco la troveremo senza nessun problema, perché una squadra non è fatta solo dalla figura del primo cittadino, ma da tutto un gruppo competente e con esperienza anche amministrativa che saprà portare quel valore aggiunto a vantaggio di tutta la città”.
I mali di Gubbio. Serve nuova programmazione per gli eventi.
Quali sono i mali di Gubbio?
“Seppur la situazione come ho già detto è drammatica, un cambio di passo è possibile mettendo insieme capacità e competenze che noi tutti, me compreso, siamo in grado di mettere al servizio della città. Abbiamo visto come questa amministrazione si è persa anche su aspetti di facile gestione, come l’assenza di programmazione degli eventi o l’incapacità persino di comunicare la presenza di eventi. Il festival del Medioevo per esempio, considerato a ragion veduta l’evento di più alto spessore culturale per la città, in realtà non è conosciuto perché poco promosso e non rappresenta comunque per il tessuto economico della città un evento di particolare rilievo“.
“Servono eventi anche popolari e di massa per portare flusso turistico a Gubbio tutto l’anno e non solo organizzare eventi di nicchia che però non hanno una ricaduta economica sul territorio. Non basta tagliare i nastri per farsi scattare qualche foto, come per gli eventi federiciani dove hanno fatto volare una mongolfiera con la presenza di trenta persone, perché nemmeno gli eugubini erano stati informati di questo piccolo evento. Non ho scelto a caso il tema eventi perché li collego molto allo sviluppo economico di una città. Su qualsiasi altro aspetto, persino sulla gestione dell’ordinaria amministrazione come semplicemente tenere in ordine i giardini pubblici, non abbiamo visto nemmeno queste piccolissime ma altrettanto azioni concrete per una buona amministrazione della città. Non faremo miracoli, ma mi creda fare meglio è davvero facile”.
E’ finito il tempo della sinistra al potere?
Settanta anni di sinistra… lo ritiene possibile?
“La città è pronta per il cambiamento perché ha capito che bisogna puntare sulle persone e sui progetti, oltre che sulle capacità e sulle competenze. Parlare di destra e sinistra mi creda non ha più nessun senso nella situazione nella quale ci troviamo”.
I primi cento giorni
Quali sono gli obiettivi dei primi cento giorni?
“Guardi per come è ridotta la città, nei primi cento giorni basterebbe aprire un canale di comunicazione diretto con la cittadinanza, canale che oggi è assolutamente assente. I Comitati Territoriali per esempio si possono costituire per regolamento dopo 30 giorni dall’insediamento del nuovo Sindaco e ci daranno la possibilità di estendere la partecipazione pubblica alla politica anche a tutte le frazioni dimenticate. Poi dovremmo verificare tutti i progetti che sono stati avviati e non portati a termine, sia quelli arrivati alla cantierizzazione dei lavori, sia a tutti quei progetti tanto decantati e mai realizzati come il museo degli antichi umbri, come il PUC di San Pietro giusto per citare due esempi”.
“Bisogna poi riorganizzare la macchina comunale che per troppo tempo ha subito una assenza totale di autorevolezza da parte del Sindaco e della sua giunta. Capire tutti i problemi irrisolti dei vari uffici e ripristinare quella collaborazione tra i vari comparti del comune che ad oggi fanno fatica anche a comunicare tra di loro, creando inefficienze e frustrazione anche tra i dipendenti comunali“.
“Basti pensare che sono stati investiti soldi pubblici per uno studio di una azienda privata sul funzionigramma e organigramma del Comune. Sono emerse enormi criticità da tale studio e ad oggi, a distanza di tre anni, la giunta non ha ancora messo mano ai consigli che da tale studio erano emersi. Insomma nei primi 100 giorni rimettiamo in piedi una macchina comunale che oggi è in enorme difficoltà e che poi ci permetterà di innestare le marce necessarie per effettuare il cambio di passo utile a tutta la città”.