Gli investigatori stanno cercando di fare luce sulla scomparsa di Andrea Prospero, studente di informatica all’Università di Perugia, originario di Lanciano (Chieti). Il giovane si è allontanato dalla sua abitazione nel capoluogo umbro nel pomeriggio del 24 gennaio senza lasciare alcuna comunicazione.

Un’assenza che non ha fatto rumore fino a quando il suo nome non è finito nei rapporti di polizia. Da quel momento, è scattata una macchina investigativa che ancora oggi gira a vuoto. Fonti inquirenti parlano di “buio assoluto” sulle sue tracce. Una definizione che fotografa perfettamente il nulla che finora è stato trovato. Dov’è finito Andrea? Perché nessuna telecamera lo inquadra dopo l’uscita dall’ostello? Domande che bruciano e che alimentano il mistero di un ragazzo sparito nel nulla.

Andrea Prospero, le verifiche degli inquirenti

Il procuratore Raffaele Cantone ha dichiarato che non ci sono riscontri che conducano a un atto criminale. La procura naviga a vista, senza un movente, senza un testimone chiave, senza una pista definita. Le indagini spaziano tra testimonianze di amici, dati delle celle telefoniche e video di sorveglianza, ma ancora nulla porta a un’ipotesi concreta. “Stiamo verificando tutte le ipotesi”, ha dichiarato Cantone, un modo elegante per dire che il caso è un enigma totale.

Intanto, la Prefettura ha attivato un Centro di coordinamento ricerche, mentre la Procura ha aperto un fascicolo senza ipotesi di reato. Si scandaglia ogni angolo del centro storico di Perugia con la speranza di un indizio che possa far ripartire le ricerche su basi più solide.

Droni, unità cinofile, forze dell’ordine setacciano una vasta area con l’ausilio di tecnologie avanzate, ma l’analisi dei dati è un labirinto senza via d’uscita. I giorni passano e di Andrea Prospero nessuna traccia.

E poi c’è il dettaglio che rende questa storia ancora più inquietante. Il vice preside della facoltà di Informatica, dove Andrea risultava iscritto, ha dichiarato: “Non l’abbiamo mai conosciuto”. Alcuni studenti hanno confermato che non faceva parte della chat di corso. Il giovane studiava davvero a Perugia o il suo nome era solo su un registro? Una fuga? Una bugia? Una doppia vita? Nulla è da escludere in questo mistero che si infittisce ora dopo ora.

Tecnologie e collaborazione sul campo

Droni, unità cinofile e squadre specializzate setacciano senza sosta la zona, ma il tempo passa e di Andrea Prospero non c’è traccia. Il territorio è vasto e complesso, le condizioni atmosferiche non aiutano, ma chi lavora sul campo non ha intenzione di mollare. Ogni indizio viene vagliato, ogni sentiero battuto, perché ogni minuto che passa rende la sua scomparsa ancora più inquietante.

I vigili del fuoco hanno attivato il sistema di geolocalizzazione “Life keeper”, una tecnologia che sfrutta i droni per agganciare segnali telefonici, ma il cellulare dello studente rimane muto. Il silenzio tecnologico è un altro tassello di questa vicenda piena di ombre. Nel tavolo in Prefettura, si è deciso di diffondere ovunque la sua foto identificativa nella speranza che qualcuno possa riconoscerlo e dare informazioni.

Andrea Prospero, nato a Lanciano il 20 ottobre 2005, alto 170 centimetri, esile, carnagione chiara, capelli neri corti e occhi castani. Un ragazzo come tanti, con il suo piumino scuro e lo zaino blu. Ma ora è come se si fosse dissolto nel nulla.

Gli inquirenti hanno analizzato ore di registrazioni delle telecamere nelle zone vicine all’ostello in cui alloggiava, così come nei terminal ferroviari e degli autobus. Nessuna traccia. Il cellulare ha agganciato una cella telefonica nella zona collinare di Monteluce nel primo pomeriggio del 24 gennaio, un’area dove il degrado urbano si mescola a boschi e ruderi.

Dopo essere uscito dall’Ostello Don Emilio Bromuri alle 10:53, sembra aver preso proprio quella direzione. L’ultima chiamata ricevuta è stata alle 13:04: era la sorella gemella Anna, che gli aveva dato appuntamento alla mensa di via Pascoli. Ma lì Andrea non è mai arrivato. Da quel momento, il vuoto.