Il gesto intimidatorio contro Elisa Sabbatini, sindaca di Castel Ritaldi, ha scosso il panorama istituzionale umbro, spingendo Federico Gori, presidente di Anci Umbria e sindaco di Montecchio, a intervenire con fermezza. L’episodio, avvenuto durante l’esercizio del diritto di voto da parte della prima cittadina, è stato definito un attacco diretto ai valori democratici che le istituzioni rappresentano.
Libertà sotto pressione, la dichiarazione di Gori di Anci Umbria
In una nota diffusa nelle ore successive, Gori ha espresso il suo sostegno senza riserve. “Esprimo la mia più profonda solidarietà alla collega sindaca che, mentre esercitava un diritto fondamentale come il voto, è stata oggetto di un vile gesto di intimidazione. Un attacco a chi rappresenta le istituzioni è un attacco a tutti noi e ai valori di libertà, democrazia e rispetto reciproco che sono alla base della nostra comunità”.
Il presidente di Anci Umbria ha ribadito il concetto: il dissenso, parte integrante del confronto pubblico, deve sempre rispettare i confini della legalità e della civiltà. “Il dissenso è parte del dialogo democratico,” ha dichiarato Gori, “ma non può mai tradursi in violenza o intimidazione. Dobbiamo lavorare ogni giorno affinché il confronto resti civile e inclusivo, valorizzando la pluralità delle opinioni e rispettando ogni sensibilità”.
In un momento in cui la figura della sindaca è finita sotto tiro, il messaggio del presidente di Anci Umbria ha voluto rassicurare l’impegno condiviso per sostenere chi opera nell’interesse collettivo. “A te, collega, va il mio abbraccio e l’incoraggiamento a proseguire nel tuo impegno con coraggio e determinazione. Le istituzioni e i cittadini che credono nella democrazia sono al tuo fianco. La libertà non si piega, il rispetto non si ferma”.
La ricostruzione dell’episodio fuori dal seggio
La sindaca di Castel Ritaldi, Elisa Sabbatini, esponente del centrodestra, ha denunciato ai carabinieri un’aggressione subita fuori da un seggio elettorale nel cuore dell’Umbria. Sabbatini ha raccontato l’episodio all’ANSA, descrivendo una dinamica che ha lasciato il segno non solo fisicamente, ma anche sul piano umano e politico.
“Ero fuori dal seggio della scuola ‘Parini’ – ha spiegato – e stavo parlando con alcune persone, prima di votare, quando una donna che stava uscendo mi ha colpita con una violenta spallata. Sono finita contro la cancellata e questa persona se ne è andata pronunciando frasi che non ho ben capito, senza neppure scusarsi”, ha dichiarato Sabbatini.
L’aggressione, secondo quanto riferito dalla sindaca, sarebbe stata compiuta da una persona vicina a esponenti del centrosinistra. “Mi amareggia che, come accaduto durante la campagna elettorale per le comunali, si debba arrivare a questo livello di astio solo per idee politiche diverse”, ha aggiunto.
Nonostante l’episodio, Sabbatini ha proseguito con il voto per poi recarsi in ospedale, dove le sono state diagnosticate contusioni allo sterno e a una spalla, con una prognosi di sette giorni. La sindaca ha poi formalizzato una denuncia presso i carabinieri, sottolineando la gravità dell’accaduto in un contesto istituzionale e democratico.
Il sostegno della Lega e la riflessione sulla solidarietà femminile
La Lega Umbria ha espresso il proprio supporto attraverso un post su Facebook, ma Sabbatini ha colto l’occasione per riflettere su una questione più ampia: “Sto notando in questo ultimo periodo che non c’è più neppure una solidarietà femminile. C’è una certa ostilità da parte di alcune donne del territorio rispetto alla mia carica istituzionale, al lavoro che sto facendo”, ha osservato.
L’aggressione a Castel Ritaldi è il segnale di un clima sempre più avvelenato attorno alle istituzioni, dove il confronto politico scivola verso l’intollerabile. La denuncia di Sabbatini non si ferma al racconto di una spallata: è un grido contro un dialogo che sembra aver smarrito rispetto e civiltà.
Secondo la sindaca, questo atteggiamento sarebbe alimentato da un mix di astio politico e invidia personale: “Purtroppo noto che c’è anche una sorta di ‘invidia’ verso l’istituzione e forse il fastidio deriva proprio dal fatto che sto portando avanti il mio lavoro”.