Il disagio dei minori e la loro tutela sotto i riflettori di ANCI UMbria e dei Comuni capofila delle zone sociali. Che hanno firmato e presentato, nel corso di una conferenza stampa nella sala Falcone e Borsellino del palazzo della Provincia di Perugia, un documento dedicato a una tematica molto delicata. Che ricade nelle responsabilità delle amministrazioni comunali e che impegna i servizi sociali degli enti locali. Spesso lasciati soli in prima fila a prendersi cura dei giovani in situazioni di particolare disagio.
“Abbiamo sottoscritto questo documento a tutela dei minori, per chiedere alla Regione Umbria e al Governo di stanziare dei fondi per supportare i Comuni in questo difficile percorso”. È quanto ha dichiarato Michele Toniaccini, presidente di Anci Umbria e sindaco di Deruta. Al fianco di Toniaccini c’erano alcuni dei rappresentanti dei Comuni capofila delle 12 zone sociali dell’Umbria. Tra cui gli assessori Costanza Spera (Perugia, zona 2), Luigina Renzi (Spoleto, 9), Lorenzo Schiarea (Foligno, 8), Lucia Rughi (Gubbio, 7) e la funzionaria Katia Sposini (Assisi, 3).
Fondi per i minori in difficoltà, la vertenza dei Comuni e di ANCi Umbria con Regione e Governo
“Abbiamo sottoscritto questo documento – ha spiegato Toniaccini – con tutti i Comuni capofila delle 12 zone sociali dell’Umbria. Su un tema particolarmente importante, centrale nell’agenda politico-amministrativa di tutti i Comuni. Si tratta delle crticità legate al disagio dei minori. Che, per disposizione del Tribunale dei minorenni, vengono spesso affidati alle strutture protette. Un tema importante non solo dal punto di vista economico ma anche umano“.
I sindaci hanno, infatti, l’obbligo di legge e il dovere di agire per prevenire situazioni di disagio. E di tutelare la dignità delle persone e soprattutto della famiglia. Lo fanno con tutto ciò che hanno a disposizione ma spesso le risorse economiche non sono sufficienti a soddisfare queste importanti esigenze.
“Per questo motivo abbiamo sottoscritto questo documento da presentare alla Regione Umbria e al Governo – ha chiarito il presidente di ANCI Umbria -. Chiediamo un fondo di solidarietà che possa sostenere e compartecipare alla spesa dei Comuni. Abbiamo avviato un percorso lo scorso agosto coinvolgendo i Sindaci e i parlamentari eletti in Umbria e ci auguriamo di avere un riscontro immediato in quanto la problematica sta avendo dimensioni importanti e sta interessando tutti i territori. Insieme possiamo dare una risposta a questi minori – ha concluso Toniaccini –. Ma soprattutto dare un supporto alle famiglie che sono centrali nell’azione politico-amministrativa di ogni Sindaco”.
Chiesto un fondo di riserva per una compartecipazione ai costi a cui i Comuni possano attingere
Il documento sottoscritto propone e suggerisce alla Regione Umbria di costituire un fondo di riserva per una compartecipazione ai costi a cui Comuni possono attingere in caso di necessità mentre al Governo o di istituire un fondo statale ad hoc (a valere su questo fondo ogni anno i Comuni potrebbero richiedere il rimborso delle spese di ricovero di minori quali interventi straordinari e con forte incidenza sul bilancio del Comune, conseguente ad intervento sociale obbligatorio, non preventivato nella programmazione annuale di bilancio di riferimento) o di modificare la legge statale 328/2000. Nello specifico si tratta del comma 4 dell’articolo 6 della legge 328 del 2000 affinché la spesa non sia più a carico dei Comuni, ma dello Stato in questo modo: “Per i soggetti per i quali si renda necessario il ricovero stabile presso strutture residenziali, il Ministero delle Politiche sociali, sulla base di trasmissione di atto di inserimento in struttura da parte dei Servizi Sociali competenti, si fa carico degli obblighi connessi all’eventuale integrazione economica della retta rimborsando ai comuni le spese sostenute”.
Per dare una misura della spesa che le amministrazioni comunali possono avere, l’assessora alle politiche sociali di Perugia, Costanza Spera, ha riportato che nel 2024 il Comune ha già speso 5 milioni di euro per il sostegno di diverse centinaia di minori.