È arrivato con passo deciso nel pomeriggio del 4 luglio a Palazzo Donini, nel cuore istituzionale di Perugia, l’ambasciatore della Repubblica Popolare Cinese in Italia, Jia Guide. Ad accoglierlo, la presidente della Regione Umbria Stefania Proietti e l’assessore alla Pace e alla Cooperazione internazionale Fabio Barcaioli. Nella cornice della Sala Verde, l’incontro si è trasformato in un momento di dialogo fitto e formale, con lo sguardo rivolto a nuove traiettorie condivise tra Umbria e Cina.
Durante il confronto, l’ambasciatore ha illustrato con lucidità le prospettive di collaborazione tra la regione e uno dei mercati più vasti e dinamici al mondo. La classe media cinese – oltre 400 milioni di persone – continua a crescere e con essa la domanda di prodotti autentici, curati, riconoscibili. L’Umbria, con le sue colline vinicole, gli uliveti antichi e il tessile che parla il linguaggio della qualità, si inserisce in questo scenario con naturalezza.
A testimonianza di tale attenzione, Jia Guide ha rinnovato l’invito alla Regione a partecipare alla China International Import Expo, vetrina internazionale che ogni anno accoglie produttori di eccellenze da tutto il mondo. Proietti non si è lasciata sfuggire l’occasione e ha risposto: «Presenteremo queste opportunità alle nostre imprese, mettendo in primo piano le energie rinnovabili e i nostri prodotti di punta, dall’enogastronomia al tessile». Una proposta che segna un’apertura concreta a nuovi canali commerciali.
Ma il filo che lega Umbria e Cina non passa soltanto per l’economia. Il dialogo si muove anche su un piano culturale e formativo che, negli ultimi anni, ha costruito un ponte robusto tra Perugia e le più importanti città cinesi. Jia Guide lo ha sottolineato più volte: l’Umbria è già un riferimento per migliaia di studenti cinesi che scelgono l’Italia come luogo di studio.
E la conferma arriva con un annuncio preciso: Pechino intende raddoppiare, nel prossimo futuro, il numero di studenti stranieri accolti nelle proprie università. Un’apertura che coinvolge direttamente l’Università per Stranieri e l’Università degli Studi di Perugia, già partner attivi con i programmi Marco Polo e Turandot, pensati per rafforzare le competenze linguistiche e preparare percorsi universitari in lingua italiana. Allo stesso tempo, aumentano le possibilità di mobilità per gli studenti umbri, sostenuti da borse di studio e convenzioni con il China Scholarship Council.
Tra i numeri che emergono dall’incontro, uno in particolare ha attirato l’attenzione: 50mila. Sono i turisti cinesi che nel 2024 hanno scelto l’Umbria come tappa del loro viaggio. Un dato che racconta un interesse crescente, non solo per l’arte e la storia, ma anche per l’autenticità dei piccoli borghi, la cucina locale, le esperienze che sanno ancora parlare un linguaggio lento e intimo.
La Regione ha intenzione di intercettare questa domanda con strumenti nuovi. Pacchetti turistici legati all’enogastronomia, percorsi di benessere naturale, eventi fieristici e culturali saranno al centro della strategia di promozione già dai prossimi mesi. «Vogliamo farci trovare pronti», ha commentato l’assessore Barcaioli, riferendosi anche alla necessità di consolidare la presenza dell’Umbria nelle principali piattaforme digitali cinesi, canali decisivi per attrarre viaggiatori e investitori.
Accanto al turismo, il futuro della cooperazione si muove lungo la direttrice dell’innovazione. L’Umbria guarda alla Cina come a un interlocutore fondamentale nel campo delle energie rinnovabili, dell’industria smart e della tecnologia applicata alla sostenibilità. L’ambizione è avviare collaborazioni stabili tra imprese, centri di ricerca e università, con l’obiettivo di sviluppare progetti congiunti su fotovoltaico, agritech e sistemi intelligenti per l’energia.
L’incontro di Palazzo Donini ha lasciato intendere che i margini ci sono, e che la volontà politica è allineata. Umbria e Cina parlano sempre di più la stessa lingua: quella dell’interscambio reale, del rispetto reciproco e di una cooperazione che non si ferma agli intenti.