Amanda Knox, la giovane americana al centro del controverso caso dell’omicidio di Meredith Kercher, si è recentemente pronunciata in un’intervista registrata in Umbria, nei pressi del luogo dove avvenne il delitto. Questa è la sua prima dichiarazione dopo la condanna della Corte d’assise d’appello di Firenze per calunnia nei confronti di Patrick Lumumba. Knox, che è stata definitivamente assolta per l’omicidio di Kercher, ha espresso forti sentimenti riguardo alla nuova sentenza. L’intervista completa andrà in onda questa sera su Sky Tg24.
Amanda Knox: “Mi sento triste ma sono determinata”
“Questo verdetto non è giusto e non è corretto”, ha affermato Amanda Knox riferendosi alla recente sentenza di Firenze. Ha dichiarato la sua intenzione di fare ricorso alla Corte di Cassazione non appena saranno disponibili le motivazioni della condanna. “Non ho dormito, sono davvero delusa,” ha confessato Knox, “mi sento triste ma sono determinata, non ho niente da nascondere e non smetterò mai di dire la verità. Non ho calunniato Patrick, non ho ucciso la mia amica Meredith. Tornerò qui tutte le volte che sarà necessario per lottare contro questa ingiustizia.”
Knox ha ricordato l’interrogatorio che portò alla condanna dell’Italia da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) per violazione dei suoi diritti di difesa. “È stata la più brutta esperienza della mia vita,” ha detto. “Mi hanno fatto credere che fossi pazza.” Ripercorrendo il suo lungo e travagliato percorso giudiziario, Knox ha spiegato di essere stata “ingiustamente accusata per 17 anni”, praticamente tutta la sua vita da adulta. “Ho passato quattro anni in carcere da innocente. Dall’inizio volevo solo fare la cosa giusta e dire la verità. A volte penso che non ci sia nulla da fare ma ci proverò per sempre”.
La cittadina americana è consapevole della sua innocenza
Rispondendo a coloro che dubitano della sua innocenza, Amanda Knox ha detto: “Se le persone prendessero davvero del tempo per vedere gli atti, allora crederebbero alla mia innocenza e non a una fantasia che non esiste.” Knox ha descritto il suo percorso da quando era una ragazza di 20 anni, diventata una delle accusate di omicidio più odiate al mondo. “Ero una ragazza di 20 anni e sono diventata la ragazza accusata di omicidio più odiata in tutto il mondo e ho dovuto passare tutta la mia vita a lottare e difendermi”.
Amanda Knox ha condiviso le difficoltà di ricostruire la propria vita dopo essere stata al centro di un caso giudiziario di tale portata. “Volevo solo la mia vita. Sono sopravvissuta. Quando crescerò i miei bambini spero che vedano la mia forza. Sono fortunata ad avere una famiglia e degli amici che mi sostengono in una lotta che forse continuerà tutta la mia vita”.
Knox è determinata a continuare la sua lotta contro ciò che considera un’ingiustizia. Nonostante la delusione e la tristezza per la nuova condanna, rimane ferma nella sua decisione di difendere la propria innocenza. “Aspetto le motivazioni, ma certamente faremo ricorso alla Cassazione”, ha ribadito.
Amanda ha sottolineato l’importanza del sostegno della sua famiglia e degli amici durante questi anni difficili. La loro presenza e il loro incoraggiamento le hanno dato la forza di affrontare le numerose battaglie legali e personali. “Sono fortunata ad avere una famiglia e degli amici che mi sostengono in una lotta che forse continuerà tutta la mia vita,” ha detto.
La statunitense non intende fermarsi. La sua determinazione a combattere contro ciò che percepisce come ingiustizia è evidente nelle sue parole e nelle sue azioni. Il suo caso continuerà a suscitare dibattiti e riflessioni, e la sua lotta per la verità rimane un potente esempio di resilienza e di coraggio di fronte alle avversità.