Si intitola “Free, My search for meaning” (Libera, la mia ricerca di un significato) ed è il nuovo libro autobiografico di Amanda Knox che uscirà il 25 marzo 2025. A darne notizia è stata lei stessa un paio di giorni fa tramite i suoi canali social. L’opera ripercorrerà le tragiche vicende che hanno legato indissolubilmente il nome di Knox all’omicidio della studentessa britannica Meredith Kercher, divenuto uno dei casi più dibattuti di sempre della cronaca italiana e internazionale. Un libro che arriva a undici anni di distanza dalla pubblicazione di un primo volume, sempre autobiografico, Waiting to be heard (Aspettando di essere ascoltata) uscito negli Stati Uniti nel 2013 e mai stato pubblicato in italiano.

Amanda Knox: “Ero tecnicamente libera, ma non mi sentivo così”

Quando la mia compagna di stanza, Meredith, è stata brutalmente violentata e assassinata, avrei dovuto essere una nota a piè di pagina nella sua tragica storia” scrive Knox che oggi ha 37 anni e vive a Seattle con il marito Chris Robinson e due figli piccoli.

Invece, a 20 anni, sono stata accusata di un crimine orribile – aggiunge ancora – con cui non avevo nulla a che fare e catapultata nell’infamia internazionale. 13 anni fa sono tornata a casa da una prigione italiana. Ero tecnicamente “libera” ma non mi sentivo così. Ho impiegato oltre dieci anni per trovare un significato alla mia sfortuna e questo è il tema del mio nuovo libro, LIBERA. Spero che possa essere un faro per chiunque si senta intrappolato nella sua stessa vita“.

Un libro che annuncia storie mai raccontate

Ad anticipare alcuni contenuti del libro è stata la stessa Knox in un’intervista rilasciata alla rivista People. La donna ha spiegato che racconterà dell’esperienza vissuta durante la detenzione, così come del processo di reintegrazione nella società.

Ha fatto riferimento anche a “storie mai raccontate“, come il suo ritorno in Italia, accennando alla relazione con l’uomo che l’ha mandata in prigione. Una volta tornata negli Stati Uniti Knox si è dedicata all’attivismo, lavorando per prevenire gli errori giudiziari e aiutando chi ne è stato vittima. Nel libro, che si può già prenotare, troveranno ampio spazio il percorso di rinascita e la nuova vita che oggi vive l’autrice.

La condanna per calunnia ai danni di Patrick Lumumba

Quella di Amanda Knox è stata ed è tuttora, una lunga e travagliatissima vicenda giudiziaria. Inizialmente accusata e condannata, insieme all’allora fidanzato Raffaele Sollecito, per l’omicidio di Meredith Kercher, avvenuto il primo novembre 2007 a Perugia, Knox era stata assolta definitivamente nel 2015. Ma quest’anno è dovuta tornare in Italia per affrontare l’ennesimo capitolo che la lega ancora alla giustizia italiana. Ovvero l’accusa di calunnia da parte di Patrick Lumumba, suo ex datore di lavoro che Knox in un primo momento additò come possibile autore del delitto. Davanti ai magistrati della Corte d’Assise d’Appello di Firenze, dove si è celebrato il processo, aveva chiesto “umilmente” in italiano di potersi dichiarare innocente.

Lumumba, che oggi risiede in Polonia, era stato presto scagionato dimostrando di avere dalla sua un solidissimo alibi, poi confermato da più persone. La Knox, in più sedi, aveva ribadito come quell’accusa fosse il frutto delle torture psicologiche a cui era stata sottoposta da parte della polizia italiana. Nel corso degli anni Knox ha sempre strenuamente sostenuto la propria innocenza ma a giugno di quest’anno è stata comunque riconosciuta colpevole di calunnia ai danni di Lumumba e condannata a tre anni.

Eppure lei non ha mollato neanche in questo caso. Alla fine di agosto aveva annunciato di essere al lavoro per il ricorso in Cassazione insieme ai suoi avvocati, Luca Luparia Donati e Carlo Dalla Vedova. Pronta per una nuova battaglia.