Architetti di Perugia “senza superbonus, la ricostruzione post-sisma rischia di fermarsi” per questo  L’Ordine degli architetti della Provincia di Perugia chiede un adeguamento del contributo per evitare l’interruzione dei lavori.

Gli architetti della Provincia di Perugia, che lavorano alla ricostruzione post-sisma del 2016, hanno annunciato la sospensione della consegna dei nuovi progetti. Questa decisione è stata presa a causa dell’incertezza sulle procedure da seguire per la definizione dei progetti. L’Ordine degli Architetti PPC (Pianificatori Paesaggisti Conservatori) della Provincia di Perugia ha espresso preoccupazione per la situazione.

Perugia: Senza Superbonus, la ricostruzione post-sisma rischia di fermarsi

La decisione è stata presa dopo l’annuncio del decreto legge “Salva conti”, presentato al Consiglio dei Ministri. Il decreto, come comunicato dal Ministro Giancarlo Giorgetti, prevede l’eliminazione di ogni genere di cessione dei crediti e di sconto in fattura. Questa misura riguarderà principalmente il Superbonus 110% per le aree terremotate.

L’Ordine degli Architetti della Provincia di Perugia ha sottolineato che l’insufficienza del contributo concesso non permette ai cittadini di completare i lavori senza ricorrere all’uso combinato dei superbonus. Con l’eliminazione di questa possibilità, i cittadini dovranno trovare le somme necessarie o non potranno completare le opere. L’Ordine ha anche evidenziato la disparità di trattamento tra coloro che hanno potuto beneficiare dei superbonus e quelli che non hanno potuto farlo.

Architetto Paolo Moressoni vice presidente ordine degli architetti di Perugia e membro del tavolo tecnico Sisma

I vertici dei Consigli nazionali degli ingegneri e degli architetti, insieme a Inarcassa (la fondazione architetti ed ingegneri liberi professionisti), hanno dichiarato che completare la ricostruzione delle aree terremotate in tempi rapidi e senza l’utilizzo di fondi pubblici è utopistico. Hanno chiesto un ripensamento della decisione del Governo e che le agevolazioni fiscali siano mantenute almeno per le aree colpite dal sisma. Sono disponibili al confronto con il Governo per trovare una soluzione che concili l’esigenza di tenere i conti dello Stato sotto controllo e il diritto dei cittadini colpiti dal sisma di tornare a vivere nelle proprie case.