L'Umbria è stretta nella morsa incadescente del grande caldo. Con temperature che non di rado in questi giorni sfiorano i 40 gradi, è allarme per la salute pubblica. Gli accessi ai Pronto Soccorso regionali si vanno moltiplicando ma a soffrire sono anche gli animali che in situazioni di emergenza come questa, vanno tutelati. Massimo Floris, direttore sanitario dell'Enpa di Perugia, ha fatto il punto con l'Ansa regionale spiegando nel dettaglio come aiutare gli amici animali in difficoltà.
A risentire maggiormente degli effetti del caldo eccessivo, spiega Floris, sono principalemte i cani perché "hanno problemi di termoregolazione". Portarli al parco, a giocare e in generale farli uscire nelle ore più caldo è una pessima idea. L'asfalto è rovente e può causare ustioni alle zampe mentre il calore eccessivo "aumenta pericolosamente la temperatura corporea del cane, fino a farlo arrivare ai limiti massimi e provocare un colpo di calore".
Ma quali sono i sintomi da tenere sotto osservazione in caso di sofferenza da caldo? "Perdita di appetito, peggioramento di cardiopatie preesistenti, difficoltà respiratorie, in particolare nei cani brachicefali, che hanno già per conformazione problemi alle vie aeree e faticano ulteriormente a respirare".
I gatti, prosegue l'esperto, diversamente dai cani sanno affrontare meglio il caldo e corrono meno rischi. La loro natura sedentaria li porta ad adottare meccanismi efficaci per proteggersi e mettersi in sicurezza.
Per contribuire a mantenere gli animali in salute durante il grande caldo Floris raccomanda di attenersi ad alcuni consigli, come:
Ma non sono solo gli animali domestici ad essere in pericolo a causa del caldo. Anche la fauna selvatica corre rischi seri. Tant'è che al Centro di recupero dell'Enpa in provincia di Perugia, si stanno registrando sempre più accessi, con picchi fino a 15 al giorno.
Molte, racconta Floris, sono le persone che soccorrono gli animali e li conducono al centro per essere curati. Segno tangibile di una crescente sensibilità verso gli animali in difficoltà. In generale, conclude, alla siccità estiva gli animali selvatici sembrano rispondere meglio in virtù della loro "grande capacità di adattamento".
Gli incendi, che ultimamente in Umbria si sono verificati in più zone, rappresentano l'immane tragedia dell'estate per la fauna selvatica. Gli animali che vivono in natura di fronte al fuoco non hanno scampo e ogni anno ne muiono a milioni a causa delle fiamme che oltre a falcidiarli, distruggono completamente i loro habitat.
Ma non sono gli unici colpiti perché fiamme mietono vittime anche fra gli animali domestici che vivono all'aperto, soprattutto fra i cani che vengono tenuti a catena. Tenere un animale in quelle condizioni non solo è crudele e contrario alla natura dell'animale, ma può costargli anche la vita. La buona notizia è che dal primo luglio di quest'anno in Italia è diventato vietato per legge tenere cani legati alla catena e, più in generale, sottoporli a "qualsiasi altro strumento che ne limiti la capacità di movimento in modo continuativo".