Oggi vi invitiamo a intraprendere un affascinante viaggio alla scoperta di uno dei luoghi più suggestivi e iconici dell’Umbria: il Lago Trasimeno, uno specchio d’acqua intriso di storia, miti e leggende. Questo lago, celebre non solo per la sua bellezza ma anche per essere stato teatro di una delle battaglie più cruente della Seconda Guerra Punica, racchiude un’atmosfera unica, che mescola natura e folklore.

Adagiato tra la Val di Chiana e il confine che separa la provincia di Perugia da quelle di Siena e Arezzo, il Trasimeno si è formato grazie ai movimenti tettonici legati all’orogenesi appenninica e, privo di un emissario naturale, regola il suo livello d’acqua attraverso un canale artificiale che lo collega al fiume Nestore.

In questo approfondimento, ci immergeremo in uno dei suoi tesori più affascinanti: Isola Polvese, la più grande delle tre isole che punteggiano il vasto specchio d’acqua del Trasimeno. Un piccolo angolo di paradiso che merita di essere scoperto in tutta la sua bellezza.

La Storia dell’isola

Una delle curiosità più affascinanti di Isola Polvese riguarda l’origine del suo nome, che potrebbe derivare dal termine “polvento”, indicante una zona sottovento. L’isola, già abitata in epoca romana come dimostrano i resti di “opus reticulatum” ancora visibili, vanta una lunga storia che affonda le radici nei secoli. Nell’anno 817, infatti, appare per la prima volta in un documento ufficiale, in cui Ludovico il Pio concede al papa Pasquale I la città di Perugia e il lago Trasimeno, comprese le tre isole: Maggiore, Minore e Polvese.

Nel 1139, la comunità dell’isola decide di affidarsi alla protezione della città di Perugia. L’economia dell’epoca era principalmente basata sulla pesca e sull’agricoltura, garantendo alla popolazione un buon livello di benessere. Alla fine del XIII secolo, l’isola ospitava circa 500 abitanti, distribuiti in 88 famiglie. Tuttavia, nel XVII secolo, il destino di Polvese inizia a cambiare. Nel 1482 i monaci olivetani abbandonano il monastero da loro fondato, e nel 1643 le truppe del Granducato di Toscana occupano l’isola, arrecando danni gravi alle strutture esistenti.

Successivamente, nel XVIII secolo, la popolazione scende drasticamente e l’isola finisce nelle mani di proprietari privati. Nel 1959, il conte milanese Giannino Citterio acquista l’isola e avvia un progetto di restauro che porta alla realizzazione di una villa, ricavata da alcune delle costruzioni esistenti. Nel 1973, infine, l’isola diventa di proprietà della Provincia di Perugia, che la tutela come parte del suo patrimonio storico e naturale.

Isola Polvese oggi: come raggiungerla, le sue caratteristiche uniche e i luoghi da non perdere

Isola Polvese, la più grande e vasta tra le tre isole del Lago Trasimeno, si estende su una superficie di 69,6 ettari. Con una costa che si trova a 258 metri sul livello del mare e una sommità che raggiunge i 313,4 metri, l’isola presenta una varietà di paesaggi che spaziano dalle zone umide a est e sud, ricche di canneti e rifugio per numerose specie di uccelli e anfibi, fino al piccolo bosco di lecci e roverelle nella parte settentrionale.

Facilmente raggiungibile con un traghetto dal molo di San Feliciano, Isola Polvese è oggi abitata saltuariamente da poche famiglie e vive principalmente di turismo ambientale. La presenza di una piccola spiaggia, aree attrezzate per pic-nic e un ristorante attrae ogni anno numerosi visitatori, soprattutto durante la stagione estiva. Inoltre, dal 1995, l’isola è promossa come un laboratorio scientifico e didattico permanente, grazie al Parco Scientifico-Didattico e al Centro di Esperienza Ambientale – Aula Verde, riconosciuto dalla Regione Umbria e dalla Provincia di Perugia. Qui si svolgono attività educative e di ricerca relative alla storia, all’ambiente e alla conservazione di antiche varietà locali di specie vegetali.

Una volta sbarcati, la vista è immediatamente dominata dalla storica villa, un edificio che vanta oltre due secoli di storia e comprende strutture come il frantoio e la casa colonica. Tra gli altri luoghi di interesse, spiccano il castello medievale del XIV secolo, le cui mura perimetrali pentagonali sono ancora ben visibili, i resti del Monastero di San Secondo e la Chiesa di San Giuliano, un gioiello di architettura medievale con una navata unica, affrescata e contenente porzioni di opus reticulatum romano.