Avete mai pensato di conoscere l’Umbria attraverso le sue meraviglie più nascoste? Oltre alle mete più celebri, la regione custodisce un patrimonio unico e sorprendente: piccoli musei, raccolte inaspettate e collezioni rare che narrano storie dimenticate, testimonianze di antichi mestieri e tradizioni radicate nel tempo. Questi luoghi, lontani dalle rotte del turismo di massa, regalano esperienze intime e autentiche: incontri ravvicinati con il passato, scoperte inattese, emozioni che si rivelano tra sale discrete e atmosfere raccolte.
Entrare in questi spazi significa intraprendere un viaggio lento e intimo, dove ogni oggetto diventa testimone di un frammento di vita, di un’arte meno conosciuta, di una cultura che ha plasmato l’identità dell’Umbria. È un invito a fermarvi, osservare e lasciarvi sorprendere: per ritrovare, tra le pieghe più riservate della regione, quell’anima autentica che spesso sfugge a chi guarda solo in superficie.
Celato nel cuore di Spoleto, il MuST - Museo delle Scienze e del Territorio - invita i visitatori a intraprendere un affascinante viaggio nel tempo e nella materia, tra le profondità della Terra e la ricchezza naturalistica dell’Umbria. Le sue origini affondano nella passione ottocentesca del conte Francesco Toni (1824-1892), che raccolse oltre 6.500 reperti tra rocce, fossili e minerali, oggi arricchiti dalla preziosa collezione zoologica del naturalista Bernardino Ragni.
Ospitato nell’elegante complesso di San Matteo e rinnovato nel 2023, il museo offre un percorso espositivo che ripercorre le ere geologiche attraverso ambienti immersivi, postazioni interattive, laboratori multimediali e installazioni di realtà aumentata. Un allestimento che parla a ogni età: dai curiosi ai ricercatori, dalle famiglie alle scuole. Il MuST non è soltanto un museo, ma un vero centro di divulgazione scientifica e di educazione ambientale. Propone laboratori didattici, visite tematiche, progetti formativi e appuntamenti che uniscono conoscenza e partecipazione, come la “Settimana del Pianeta Terra” e “La Notte dei Ricercatori”.
Visitare il MuST significa riscoprire l’Umbria attraverso ciò che la plasma da milioni di anni: la sua geologia, le sue forme, la sua memoria profonda.
Nel cuore del centro storico di Spoleto, all’interno delle eleganti sale di Palazzo Rosari-Spada, prende vita un museo che non è solo una raccolta di tessuti e abiti d’epoca, ma un autentico viaggio nel tempo, tra trame preziose e storie di moda che attraversano i secoli. Le stanze, impreziosite da soffitti a cassettoni e fregi antichi, accolgono il visitatore in un’atmosfera sospesa, dove il filo sottile dell’artigianato diventa racconto di società, di gusto e di identità.
Qui il tessuto è memoria: un linguaggio fatto di velluti decorati, sete sontuose, ricami minuti e costumi che, dal XIV al XX secolo, hanno vestito nobili, religiosi e artisti. Ogni sala custodisce un frammento di storia. I paramenti sacri, con le loro pianete intessute d’oro e il celebre velluto “a melagrana”, evocano la magnificenza della liturgia rinascimentale; gli abiti da cerimonia, le livree e i gilet raccontano l’etichetta e le mode delle corti; gli accessori - borse, guanti, scialli - svelano la quotidianità elegante di un tempo che non c’è più.
Tra i pezzi più singolari, un abito in stile Impero appartenuto ad Alexandrine Bonaparte, testimonianza tangibile di intrecci familiari e destini storici, e le antiche tovaglie “alla perugina”, celebri per aver trovato posto nelle opere di Leonardo, Ghirlandaio e Giotto. Ogni tessuto, ogni cucitura, diventa una traccia lasciata da chi l’ha indossato, toccato, tramandato.
La collezione, nata dalla generosità di Lucia Portoghesi e arricchita nel tempo da donazioni e acquisizioni del Comune, oggi conta oltre 1.500 pezzi: un patrimonio prezioso che non si limita a mostrare stoffe e abiti, ma invita a osservare il costume come specchio delle epoche, come chiave per leggere la storia attraverso ciò che l’uomo ha creato per coprirsi, rappresentarsi, distinguersi.
Visitare il Museo del Tessile e del Costume non significa soltanto ammirare abiti antichi: significa riscoprire il valore del dettaglio, l’arte di intrecciare materia e bellezza, e lasciarsi raccontare dall’intreccio dei fili un passato che, a ben guardare, continua a parlare al presente.
Nel cuore medievale di Narni, all’interno del maestoso Palazzo Eroli, si trova il Museo Eroli, un autentico scrigno di meraviglie dove arte, storia e scienza si intrecciano in un racconto che attraversa i secoli. Non è semplicemente un museo: è un luogo dove la curiosità trova la sua dimensione, dove ogni sala invita a soffermarsi, a osservare da vicino e a lasciarsi trasportare dal fascino del tempo. Varcando le sue porte, si entra in un percorso che sorprende per la sua varietà. Al piano terra, tra reperti archeologici e fossili straordinari, spiccano le imponenti zanne dell’Elephas antiquus, ritrovate nella vicina valle di Taizzano. Camminando tra questi testimoni di mondi antichi, si percepisce la continuità della vita e la forza della memoria.
Al piano superiore, la pinacoteca apre una finestra sull’arte rinascimentale: opere di grandi maestri come Domenico Ghirlandaio e Benozzo Gozzoli raccontano le committenze e le passioni dei mecenati locali, in particolare del cardinale Berardo Eroli, che volle rendere Narni un laboratorio spirituale e creativo. Qui i colori, le espressioni e la luce dei dipinti invitano a soffermarsi, quasi a sussurrare le storie di chi li ha ammirati secoli fa. Tra le sale più peculiari, il museo custodisce anche un sarcófago ligneo e una mummia egizia, dono del collezionista Edoardo Martinori, simbolo di quell’apertura cosmopolita che caratterizza il museo e che fa sentire il visitatore parte di un racconto più grande, che attraversa confini e culture.
La visita è resa ancora più coinvolgente da installazioni multimediali, suoni ambientali e piccoli dettagli scenografici che trasformano la passeggiata tra le stanze in un vero viaggio sensoriale. E per chi vuole una pausa, la CaffEroli con terrazza panoramica sulle Gole del Nera e il bookshop accolgono con letture, sapori e momenti di quiete, perfetti per chiudere il cerchio di questa esperienza immersiva.
Il Museo Eroli non è solo un luogo da visitare: è un invito a perdersi tra le epoche, a respirare la storia e a lasciarsi sorprendere dalle connessioni tra natura, arte e cultura. Camminando tra le sue sale, ci si sente parte di una narrazione viva, dove ogni oggetto ha una storia da raccontare e ogni opera d’arte sussurra segreti dimenticati.