L’artrosi ossea è una delle patologie più diffuse, più dell’ipertensione arteriosa e dell’osteoporosi, e per questo all’estero si stanno cominciando a usare anche gli algoritmi per curarla. È quello che è emerso nel convegno internazionale “Diagnosi e trattamento dell’osteoartrosi: stato dell’arte e prospettive future”, ospitato all’Hotel Garden di Terni. L’osteoartrosi è, infatti, una delle patologie degenerative dell’apparato muscoloscheletrico più frequenti. Tanto da arrivare a colpire praticamente il 100% della popolazione durante la vita, alterandone spesso la qualità.

È fondamentale parlare di osteoartrosi – afferma Valerio Pace, Dirigente Medico presso la Struttura Complessa di Ortopedia e Traumatologia del Santa Maria Terni -. Perché oltre ad essere la patologia dell’apparato muscoloscheletrico più diffusa al mondo, ha un altissimo impatto sulla vita dei pazienti e sugli aspetti socio-economici”.

Artrosi ossea, i dati del fenomeno e l’esperienza con gli algoritmi di Cambridge

Durante il congresso nazionale, a cui hanno preso parte esperti di fama nazionale e internazionale, per comprendere e analizzare lo stato dell’arte e le prospettive future dell’osteoartrosi, sono emersi dati rilevanti riguardo all’incidenza di questa patologia. L’osteoartrosi colpisce circa il 100% della popolazione durante la vita per cui è necessario creare una rete assistenziale su tutto il territorio. Ha partecipato anche un ospite-relatore internazionale, Sunil Kumar di Cambridge per comprendere gli “Algoritmi e razionali di trattamento d’Oltralpe”.

L’osteoartrosi è un argomento di rilevanza – ha sottolineato la prima vicepresidente dell’associazione AISOT (Associazione Italiana Specializzandi in Ortopedia e Traumatologia), Giulia Cenci -. Ma è anche basilare nella formazione degli specializzanti in ortopedia e traumatologia per la sua diffusione in tutti i distretti e anche per l’impatto che ha nei nostri pazienti”. 

La prima sessione, intitolata “Inquadramento e trattamenti conservativi dell’osteoartrosi”, è stata aperta dal dottor Sandro Latini. Presidente Onorario del Convegno, Latini è Direttore facente funzioni della Struttura Complessa di ortopedia e traumatologia del Santa Maria.

L’osteoartrosi – ha affermato – determina dei problemi di sufficienza funzionale. Abbiamo individuato un’ampia gamma di trattamenti. Che consentono sia di controllare la malattia quando ancora non è di interesse chirurgico ma anche di posticipare l’intervento. Nel futuro avremo la possibilità di garantire alle persone affette da artrosi sintomatica una libertà dal dolore anche per decenni”. 

La giornata stata conclusa dall’ospite-relatore internazionale del convegno, Sunil Kumar, di Cambridge, che ha parlato di “Algoritmi e razionali di trattamento d’Oltralpe”, illustrando l’esperienza innovativa nella cura dell’artrosi. 

Osteoartrosi: Terni capitale della cura della patologia grazie al convegno internazionale

Presente anche il professor Maurizio Altissimi, che ha affrontato il tema del trattamento conservativo dell’osteoartrosi. A seguire Giuseppe Rinonapoli ha posto il focus del convegno sull’epidemiologia, sui fattori di rischio e sull’importanza della prevenzione. Alessandro Mazzei si è concentrato, invece, sui percorsi diagnostici e sul ruolo del radiologo. I trattamenti conservativi e la terapia infiltrativa sono stati gli argomenti analizzati da Eduardo De Larrea. Andrea Novelli e Luca Camicia si sono occupati dei trattamenti fisioterapici e le tecniche riabilitative. Il ruolo del fisiatra è stato esaminato dal dottor Fabrizio Mosco. La prima sessione si è conclusa con Piero Simoni e l’importanza della rete assistenziale territoriale a disposizione del paziente affetto da osteoartrosi. 

Nella seconda parte della giornata Giuliano Cerulli, Giuseppe Rinonapoli, Pierluigi Antinolfi hanno parlato dei trattamenti chirurgici dell’osteoartrosi. Per quanto riguarda il trattamento chirurgico della mano-polso l’argomento è stato analizzato da Giuseppe Mosillo e Luca Braghiroli. Per ciò che concerne il gomito ne ha palato Emilio Sessa; per la spalla, David D’Eramo e per l’anca, Sandro Latini. Auro Caraffa ha affrontato il tema del trattamento chirurgico del ginocchio e Giuseppe Teori quello di piede-caviglia. Le nuove frontiere di trattamento sono state illustrate da Giuliano Cerulli.