Lutto nel mondo dello sport. È scomparso oggi, 2 gennaio, all’età di ottant’anni Aldo Agroppi, calciatore, allenatore e noto opinionista sportivo, figura di spicco del calcio italiano. Il suo nome è legato all’Umbria e alla squadra del Perugia in particolare, con cui vestì anche la maglia di capitano giocando in Serie A e che allenò per tre stagioni nel corso degli anni Ottanta.
Il cordoglio del Perugia Calcio
Il Perugia, appresa la notizia, ha diffuso una nota colma di commozione. “Il Perugia Calcio si è unito al dolore per la scomparsa di Aldo Agroppi. Oltre ad aver legato la sua carriera ai colori del Torino ha vestito, tra le varie squadre, anche la maglia biancorossa nella stagione ’75-’76 in serie A“.
“Con i grifoni – prosegue la nota del Perugia Calcio – conduce altri due buoni campionati in massima serie, vestendo varie volte anche la fascia di capitano prima di ritirarsi dal calcio giocato alla fine del torneo ’76-’77. Da allenatore, dopo aver guidato alcune squadre giovanili biancorosse, torna in prima squadra prima nella stagione ’82-’83 e a seguire nell”84-’85 raggiungendo il quarto posto perdendo coi biancorossi una sola partita, tuttora un primato per la Serie B, e restando in corsa per la promozione in massima serie fino all’ultima giornata, mancandola per un solo punto. Il club porge le più sentite condoglianze alla famiglia“.
Aldo Agroppi, una vita per il calcio in tutte le sue forme
Agroppi era nato il 14 aprile 1944 ed era ricoverato da qualche giorno nella terapia intensiva dell’ospedale di Piombino, sua città natale, a causa di una polmonite bilaterale che purtroppo non gli ha lasciato scampo. Proprio nella squadra giovanile del Piombino ebbe inizio la sua carriera calcistica dove esordì ancora minorenne. Di ruolo centrocampista, venne presto notato e acquistato dal Torino che amò totalmente e a cui il suo nome è indissolubilmente legato.
Approdato al Toro nel 1967, disputò 278 partite in Serie A conquistando due Coppe Italia, nella stagione 1967-68 e in quella 1970-71. Dopo quasi dieci anni, passò al Perugia nel 1975-76 fresco di promozione nella massima serie. È il Perugia dei miracoli di cui sarà anche capitano prima di ritirarsi definitivamente dalla carriera di calciatore nel 1977.
Agroppi decise quindi di dedicarsi al allenare partendo proprio dal Perugia che guidò per tre stagioni. Nel 1984-85 riuscì a portare i biancorossi in quarta posizione, sfiorando il rientro in Serie A, mancato per un solo punto. Concluse il lavoro di allenatore con la Fiorentina nel 1993, non riuscendo mai però nell’intento di allenare il suo amatissimo Torino. Un sogno mai realizzato che rimpiangeva molto. Abbandonata la panchina, vestì i panni di opinionista sportivo acquisendo sempre maggiore notorietà.
Agroppi, un opinionista molto schietto
Coinvolto durante la sua carriera in alcuni scandali legati al calcioscommesse, è stato spesso aspramente critico nei confronti del calcio italiano. Dichiaratamente e visceralmente anti-juventino, in più occasioni è entrato in polemica con Marcello Lippi. Dalla metà degli anni Novanta è apparso spesso in tv in diverse trasmissioni calcistiche, sia nelle rete locali che in quelle nazionali. Ha collaborato con il sito Calciomercato.it, Radio Manà Manà e Radio Sportiva.
Personaggio ironico e senza peli sulla lingua, Agroppi diventò molto noto come opinionista sportivo. Un vero contestatore che non ne risparmiò per nessuno, dalla Federazione, ai calciatori agli allenatori. Grandissimo fan di Maradona, in una delle ultime interviste rilasciata al Corriere Fiorentino lo aveva definito come “il miglior straniero mai arrivato in Italia“.
Nel 2005 ha esordito anche come autore pubblicando il suo primo libro ‘A gamba tesa – Frustate e qualche carezza’, seguito nel 2017 da una seconda pubblicazione dal titolo emblematico ‘Non so parlare sottovoce – Una vita in contropiede (tra parole e pallone)‘.