Un albero da tagliare, viene tagliato e Perugia finisce tagliata in due per un’ora. Scusate il bisticcio di parole ma è quello che è avvenuto ieri mattina tra il centro e la stazione Fontivegge.

Un grosso pino, abbattuto in mezzo alla strada, ha provocato il blocco del traffico verso il sud della città con la conseguente chiusura degli accessi al rettilineo di via Raniero Fasani e via Ruggero D’Andreotto.

Quell’albero alto circa dieci metri, infatti, da qualche tempo preoccupava i residenti della zona: con le radici al di là del marciapiede, sul lato sinistro della via che da San Galigano porta alla stazione, risultava troppo inclinato verso la strada e chi vi passava sotto temeva di essere lo sfortunato che l’avrebbe preso prima o poi in testa.

Una strada obbligata per chi dal centro intende scendere direttamente a Fontivegge e per questo motivo trafficatissima, anche per la vicinanza con uno dei più frequentati licei della città.

L’albero da tagliare era pericolante e stava per cadere

«È pericolante, abbiamo paura. Intervenite prima che si faccia male qualcuno»: questa la richiesta di aiuto arrivata ai Vigili del Fuoco, che si sono presentati sul posto armati di motoseghe.

In pochi minuti, il pino è caduto a terra, ma guidato dai pompieri proprio lungo la strada in concomitanza con il bivio per Case Bruciate, per evitare danni agli immobili della parte alta di via Ruggero D’Andreotto. Una volta abbattuto, i vigili del fuoco hanno provveduto a tagliare il tronco in pezzi più piccoli per trasportarlo agevolmente.

Un’operazione non difficile da realizzarsi ma di certo complicata dalla collocazione dell’albero proprio in mezzo alla città e su una delle arterie principali. Alla scena dell’abbattimento hanno assistito curiosi arrivati a piedi o in bicicletta che si sono assiepati in zona di sicurezza ad osservare il crollo. Tuttavia c’è stato anche chi è riuscito a beccare il «Cade!»  dall’alto della navetta del minimetrò, i cui binari passano a pochi metri dal luogo della caduta dell’albero.

Nel frattempo, nonostante l’estrema rapidità dell’intervento da parte dei Vigili del Fuoco, la principale via d’accesso a Fontivegge è rimasta chiusa per quasi un’ora. È stato impossibile ovviamente procedere oltre il liceo Alessi, con la polizia locale che ha disposto la chiusura temporanea di diverse vie.

Bloccate varie arterie di Perugia a causa dell’albero fatto cadere sulla sede stradale

hanno bloccato infatti tutti gli accessi laterali dalla parte finale di via Mario Angeloni e stop proprio all’altezza dell’Alessi, costringendo il traffico a defluire verso Montegrillo o Santa Lucia per andare in direzione sud o risalendo all’altezza del Giò per tornare verso il centro.

Insomma, città tagliata in due, con il quartiere di Case Bruciate letteralmente isolato per un’ora, ma quell’albero inclinato minacciosamente ora almeno non fa più paura.

Naturalmente l’episodio è stato il pretesto per i residenti e per chi frequenta la zona per ribadire la necessità di una più attenta manutenzione del verde. Un problema cha affligge oggi la maggior parte delle nostre città. Tra erba alta, alberi pericolanti e anche radici che spesso squarciano i marciapiedi.

«Solo poche settimane fa – ricorda una giovane studentessa dell’Alessi – davanti a scuola, lungo la stessa strada ma qualche centinaio di metri prima, è stato abbattuto e tagliato un altro albero. È successo di mattina presto, che non eravamo ancora entrati in classe e a quell’ora il traffico è tanto. Ma era necessario perché lungo il viale sono tanti i tronchi che ci sembrano troppo inclinati. Noi ragazzi ci facciamo caso, perché quella strada la facciamo ogni giorno in motorino».

Era un albero da tagliare, perciò un pericolo è stato perciò eliminato, ci si perdoni il gioco di parole, alla radice. Gli alberi che ornano le nostre città sono un importante elemento decorativo oltre che costituire un polmone verde nell’aria troppo spesso inquinata. È necessario intraprendere una politica del verde pubblico che inizi da un inventario delle piante e della loro condizione di salute perché non è poi così raro che nel caso di tempeste e nubifragi, oggi sempre più frequenti, qualcuno rimanga ferito nel crollo se non addirittura ucciso.