Tra i canneti che ondeggiano lievi al soffio del vento e le acque placide che riflettono i colori del tramonto, il Lago Trasimeno custodisce un patrimonio naturalistico di rara bellezza. Questo scrigno d’acqua dolce incastonato nel cuore dell’Umbria non è soltanto un paradiso per gli amanti della natura, ma anche una vera e propria oasi per gli appassionati di birdwatching. Qui, ogni stagione regala incontri sorprendenti con alcune delle specie di avifauna più affascinanti del panorama italiano ed europeo.
Dagli affascinanti aironi cinerini che sorvolano le rive con il loro volo maestoso, ai rapidi falchi di palude che scrutano il paesaggio in cerca di prede, passando per gli spettacolari svassi maggiori, abili nuotatori protagonisti di danze suggestive, il Trasimeno si rivela un luogo privilegiato per osservare la natura nel suo equilibrio più armonioso.
In questo articolo vi porteremo alla scoperta delle specie più suggestive da osservare lungo le rive e tra le isole del Trasimeno, tra curiosità e consigli utili per riconoscerle e apprezzarne la bellezza nel loro habitat originario.
Tra le specie più affascinanti che popolano le rive del Lago Trasimeno e altre zone umide italiane, troviamo la garzetta (Egretta garzetta). Questo piccolo airone, snello e candido, è facilmente riconoscibile per il suo lungo piumaggio bianco, il becco nero affilato, le zampe scure e i caratteristici piedi giallo brillante, tratti che la differenziano nettamente dal più imponente airone bianco maggiore.
Abituata a vivere in ambienti umidi – come risaie, paludi, boschi allagati, fiumi e torrenti – la garzetta si nutre di piccoli pesci, insetti acquatici, anfibi, ma anche di lumache, lucertole e crostacei, che caccia con movimenti rapidi e decisi, utilizzando il becco come una vera e propria fiocina. Rispetto agli altri aironi, la garzetta si distingue per la maggiore agilità in atterraggio, agevolata dalla ridotta apertura alare e dalla struttura più snella. I suoi movimenti armoniosi la rendono uno degli uccelli più scenografici da osservare durante una sessione di birdwatching.
Tra le anatre più affascinanti che popolano le acque tranquille di laghi, stagni e bacini artificiali, spicca la Moretta (Aythya fuligula), una specie nota per le sue eccezionali abilità natatorie e l’innata grazie dei suoi movimenti. Con i suoi circa 40 cm di lunghezza, questo anatide si immerge con facilità fino a 5-6 metri di profondità, scandagliando i fondali in cerca di nutrimento, soprattutto nelle ore del crepuscolo o del primo mattino.
La sua ampia distribuzione geografica abbraccia un areale che va dall’Eurasia alla Siberia, passando per il Nord America e le regioni temperate del bacino del Mediterraneo. Durante la stagione fredda, sverna in aree più miti: dalle coste mediterranee all’Asia meridionale, fino alle regioni sub-sahariane. Occasionalmente può essere osservata anche lungo le coste orientali degli Stati Uniti, del Canada e nel cuore dell’Europa centrale.
La Moretta è una specie gregaria, spesso osservabile in stormi misti insieme a folaghe e moriglioni, soprattutto durante le migrazioni, che avvengono in formazioni a "V". Non teme particolarmente la presenza umana e ha imparato a colonizzare anche laghi e bacini artificiali urbani, dove la si può avvistare con relativa facilità.
Con il suo volo leggero e aggraziato, il Cavaliere d’Italia (Himantopus himantopus) solca il cielo disegnando eleganti volute, prima di planare con leggerezza sulle superfici umide. Le zampe sottili e straordinariamente allungate – quasi sproporzionate rispetto al corpo slanciato – lo guidano in un’andatura che può apparire incerta, soprattutto lungo le battigie e i margini fangosi, dove la sabbia sfuma in pozze salmastre e bassi acquitrini.
È un wader cosmopolita, con un areale di nidificazione vastissimo, che abbraccia l’Europa, l’Asia, l’Africa e perfino parte delle Americhe. In Italia, il Cavaliere d’Italia è presente sia come specie nidificante sia, più raramente, come svernante occasionale. Alla popolazione residente, durante l’estate si aggiungono individui migratori provenienti dall’Europa centrale, mentre nel periodo post-riproduttivo il nostro Paese rappresenta una tappa cruciale delle rotte migratorie dirette verso l’Africa subsahariana.
Dal profilo esile e aggraziato, raggiunge i 35-40 cm di altezza, cifra dovuta principalmente all’estrema lunghezza delle zampe, di colore rosso vivo. Il becco nero, lungo e sottile, è un perfetto strumento di foraggiamento tra fango e acque basse. Il piumaggio è bicolore: il petto e l’addome bianchi, mentre il dorso si tinge di nero lucido, tonalità che, nel maschio adulto, si estende a formare una calotta scura sul capo, quasi assente invece nella femmina.