Anche l’agricoltura umbra è in fermento e in arrivo c’è il nuovo “tavolo verde” straordinario. Lo ha convocato l’assessore alle politiche agricole e agroalimentari ed alla tutela e valorizzazione ambientale dell’Umbria, Roberto Morroni. Un summit con le parti sociali e gli attori della filiera agroalimentare regionale, che segue l’esplosione regionale, italiana ed europea della protesta del settore, trainata dai “trattori” e dalle loro manifestazioni.
L’agricoltura umbra chiede aiuto alla Regione, che risponde con il “tavolo verde”
La convocazione di un incontro straordinario del “Tavolo Verde”, per giovedì 14 marzo, dalle ore 9,45 alle ore 18, all’Hotel Posta Donini di San Martino in Campo (PG), è arrivata nella mattinata di ieri. Dopo che, tra gennaio e febbraio, i “trattori” avevano paralizzato i principali centri della regione e le arterie stradali alle porte dell’Umbria.
“Obiettivo dell’incontro – dice l’assessore Roberto Morroni – è quello di trattare le problematiche del settore agricolo e attivare un significativo confronto sui possibili interventi della Regione a sostegno del comparto”.
Non è un ritorno alla logica della “concertazione”. Ma poco ci manca. Perché l’agricoltura umbra è uno dei settori più in fermento e più trainanti dell’economia regionale, con le sue produzioni di eccellenza, e perché l’associazionismo agricolo esprime una forte compattezza e un elevato numero di aderenti.
Con il nuovo Programma di Sviluppo Rurale in cinque anni saranno distribuiti circa 535 milioni attraverso i nuovi bandi in via di emissione. Gli agricoltori chiedono di contare nella scelta degli investimenti.
Le partite dei finanziamenti per l’agricoltura umbra, che reclama strumenti innovativi per rispondere alla crisi
Il summit avrà un ordine del giorno nutritissimo. Per questo il “tavolo verde” impegnerà le controparti in una lunga giornata di lavori. Si comincerà affrontando l’introduzione di strumenti finanziari per l’utilizzo delle risorse del Complemento di Sviluppo Rurale (CSR) e di forme di prestito agevolato a breve termine. E poi Regione dell’Umbria e associazioni del comparto si confronteranno sulle istanze di modifica finanziaria del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2022 (PSR), che vive la sua fase caudale. Da parte datoriale, infatti, viene richiesto di snellire e accelerare le procedure della spesa del PSR 2014-2022 e di riutilizzare virtuosamente le economie da saldo.
Al via le trattative sui nuovi bandi (oltre 500 milioni) e i cantieri di sviluppo
La vera partita di confronto, però, riguarda le dotazioni finanziarie e le opportunità che deriveranno dalla disponibilità dei nuovi fondi comunitari per il settore. Palazzo Donini, infatti, distribuirà la dotazione finanziaria assegnata al CSR per la regione: un monte di investimenti quinquennali che, in termini di spesa pubblica, è pari ad a quasi 520 milioni di euro. A questo importo si aggiunge un finanziamento nazionale integrativo di ulteriori 16 milioni circa, che porta la dotazione complessiva del CSR per l’Umbria 2023-2027 a circa 535 milioni.
Poi ci sono i quattro “cantieri” che dovranno progettare lo sviluppo agricolo regionale del futuro. La Regione si propone avviare la fase operativa del progetto lanciato da Morroni e che si dipana attorno a 4 direttici principali: qualità, aggregazione, semplificazione, digitalizzazione.
Le ragioni della crisi del settore agricolo umbro e le emergenze da affrontare
Alla base della crisi, lamentata dagli agricoltori, c’è l’aumento dei costi di produzione, trascinato dalla fine degli incentivi post-Covid (su tutti il gasolio agevolato), dai rincari energetici, dalla concorrenza sleale dell’italian sounding, dalla siccità e dai cambiamenti climatici, che hanno colpito anche l’Umbria.
I produttori lamentano poi la dispersione di valore lungo la filiera commerciale, che spesso sfocia nella grande distribuzione e che sacrifica i margini del settore primario, abbassando la competitività delle imprese. Una distanza, quella tra il campo e il banco di vendita, che si è via via trasformata in un Everest da scalare.