29 Dec, 2025 - 16:28

Agricoltura sui banchi di scuola, la proposta di Cotarella: “Educare i giovani al valore della terra”

Agricoltura sui banchi di scuola, la proposta di Cotarella: “Educare i giovani al valore della terra”

Introdurre un’ora di agricoltura come materia curricolare fin dalle scuole elementari, inserendola stabilmente nei programmi di studio per restituire centralità alla conoscenza della terra, dei suoi cicli produttivi e del valore culturale che l’agricoltura rappresenta per il Paese. È questa la proposta che Assoenologi intende avanzare al ministero dell’Istruzione e al ministero dell’Agricoltura, annunciata dal presidente nazionale Riccardo Cotarella.

L’iniziativa si inserisce in una strategia più ampia di rilancio della cultura agricola e vitivinicola italiana, in un momento segnato da profondi cambiamenti sociali, culturali e nei modelli di consumo, che nel corso del 2025 hanno mostrato segnali di criticità.

La proposta di Assoenologi

A spiegare le ragioni dell’iniziativa è lo stesso Cotarella, che sottolinea la necessità di ricostruire un legame tra le giovani generazioni e il mondo agricolo.

“Vogliamo che l’agricoltura torni a essere parte del percorso educativo dei più piccoli - spiega Cotarella all’ANSA - perché i ragazzi di oggi spesso non conoscono la terra, i suoi frutti, la sua storia, il valore culturale e sociale che rappresenta”. Secondo il presidente di Assoenologi, l’introduzione di un insegnamento strutturato fin dall’età scolare contribuirebbe a formare cittadini più consapevoli, capaci di comprendere il valore del lavoro agricolo, della sostenibilità ambientale e della qualità delle produzioni alimentari italiane.

Il calo dei consumi e le sfide del settore

La proposta nasce anche dalla necessità di affrontare una fase complessa per il comparto vitivinicolo, che nel 2025 ha registrato un calo dei consumi, in particolare tra i più giovani. Un fenomeno che, secondo Cotarella, non può essere contrastato esclusivamente con strategie promozionali. “Il consumo di vino sta calando e su questo dobbiamo intervenire con decisione”, sottolinea il presidente di Assoenologi, evidenziando come il tema non riguardi soltanto il mercato, ma anche la cultura e la percezione del prodotto.

Per Cotarella, la risposta passa dalla formazione, dalla conoscenza e da un approccio educativo che consenta di distinguere tra consumo consapevole e abuso, valorizzando il vino come espressione del territorio e della tradizione.

Educazione e consapevolezza: le iniziative in programma

Nel quadro delle iniziative previste, Assoenologi sta lavorando anche all’organizzazione di un evento nazionale a Firenze, rivolto ai giovani che hanno raggiunto la maggiore età. L’appuntamento vedrà il coinvolgimento di scienziati della salute, esperti di marketing e un confronto diretto con le istituzioni.

“Serve educazione, consapevolezza, conoscenza, non solo promozione”, dice Cotarella, rimarcando la necessità di un approccio multidisciplinare che tenga insieme salute, comunicazione e responsabilità sociale. L’obiettivo è quello di costruire un dialogo aperto tra il mondo produttivo, quello scientifico e le istituzioni, per affrontare in modo strutturale le trasformazioni in atto nel settore agricolo e vitivinicolo.

Il bilancio del 2025: luci e ombre

Guardando all’anno che si avvia alla conclusione, Cotarella traccia un bilancio che presenta elementi contrastanti. Se dal punto di vista dei consumi emergono segnali di difficoltà, sul fronte produttivo il giudizio è complessivamente positivo. 

“Dal punto di vista produttivo il 2025 è stato un anno buono, in alcuni casi molto buono: quantità equilibrate e grande qualità, anche in territori penalizzati dal clima”. Un risultato che, secondo il presidente di Assoenologi, conferma la resilienza del comparto agricolo italiano e la capacità dei produttori di adattarsi a condizioni climatiche sempre più complesse.

Il tema dei vini “naturali”

In chiusura, Cotarella interviene con una posizione netta su un tema spesso al centro del dibattito pubblico: quello dei cosiddetti vini naturali. “Non esistono - taglia corto Cotarella - perché il vino è frutto della vite, ma opera dell’uomo. Tutto il resto sono definizioni non veritiere”. Una presa di posizione che ribadisce la centralità dell’intervento umano nel processo produttivo, dalla coltivazione della vigna fino alla vinificazione, e che richiama alla necessità di distinguere tra legittime scelte produttive e semplificazioni terminologiche prive di fondamento scientifico.

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Francesco Mastrodicasa
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