Nella notte tra il 27 e il 28 settembre le pattuglie del capoluogo umbro hanno fermato un ventenne originario dell’Egitto e domiciliato a Terni. L’intervento è scattato su segnalazione di una ragazza non ancora maggiorenne che ha riferito di essere stata pedinata dal suo ex, di aver subito uno scippo e di aver visto l’aggressore tornare una seconda volta. Dopo un primo tentativo di restituzione della borsa, l’uomo sarebbe tornato all’esterno di un locale per colpirla e sottrarle nuovamente l’oggetto personale. La giovane è caduta a terra e ha riportato un forte stato di shock.
L’inseguimento si è concluso nelle vie vicine al centro, dove l’uomo è stato raggiunto dagli agenti e dai Carabinieri. Durante la colluttazione ha opposto resistenza e un poliziotto ha riportato lesioni con cinque giorni di prognosi.
La ragazza ha sporto denuncia in Questura raccontando non solo l’aggressione della notte, ma anche una serie di comportamenti ripetuti e ossessivi subiti negli ultimi mesi. Gli inquirenti hanno ricondotto questi episodi al reato di atti persecutori. Dopo l’arresto, il giovane è stato trasferito all’ospedale per accertamenti, piantonato dalle forze dell’ordine. Nella giornata successiva il Tribunale di Terni ha convalidato il fermo, applicando il divieto di avvicinamento.
Secondo i dati diffusi in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, nell’ultimo anno in Umbria si sono celebrati 136 processi per reati di genere, pari al 13,47% del totale regionale. Una percentuale che colloca l’Umbria tra le aree con maggiore incidenza rispetto alla popolazione. Le statistiche mostrano inoltre che gran parte delle vittime sono donne al di sotto dei 35 anni, spesso coinvolte in relazioni sentimentali terminate in modo conflittuale.
Il fenomeno non si limita ai tribunali: le chiamate al numero di pubblica utilità 1522 hanno registrato un aumento, con decine di richieste di aiuto provenienti dal territorio umbro solo nei primi mesi del 2025.
Le autorità umbre parlano di una crescita di segnalazioni per stalking e violenze domestiche. Le associazioni locali che gestiscono i centri antiviolenza hanno confermato che i posti letto disponibili non bastano a rispondere a tutte le richieste. Nei primi mesi del 2025 si è assistito a un incremento delle prese in carico rispetto all’anno precedente. I casi più gravi hanno riguardato giovani donne seguite e minacciate dagli ex partner.
Il sistema regionale sta rafforzando la rete dei centri di ascolto e delle strutture di accoglienza, grazie a fondi nazionali ed europei, ma la domanda resta superiore all’offerta. Questo scenario rende ancora più evidente il ruolo fondamentale delle forze dell’ordine nel contrasto immediato.
Sul piano nazionale, l’Istat ha rilevato nel primo trimestre 2025 oltre 14 mila chiamate al 1522, il numero antiviolenza e stalking. Rispetto allo stesso periodo del 2024, si registra un aumento, segno che sempre più vittime trovano il coraggio di denunciare. L’analisi mette in luce che quasi il 65% delle richieste di aiuto arriva da donne con meno di 45 anni. La distribuzione geografica conferma che il fenomeno attraversa tutte le regioni italiane, senza differenze nette tra Nord e Sud.
Le autorità giudiziarie hanno inoltre evidenziato che i procedimenti per atti persecutori continuano a crescere. Il quadro nazionale rimane critico, anche se negli ultimi anni si nota un miglioramento nell’accesso ai servizi e nella rapidità degli interventi.