31 Jul, 2025 - 13:00

Aeroporto dell'Umbria, dalla tempesta al sereno: la prova della continuità vale mezzo milione di passeggeri

Aeroporto dell'Umbria, dalla tempesta al sereno: la prova della continuità vale mezzo milione di passeggeri

Dopo le polemiche sulla cancellazione del volo per Orio al Serio e l'impatto sul bilancio dell'aeroporto dell'Umbria, l'AUR Agenzia Umbria Ricerche ha realizzato uno studio sul futuro dello scalo perugino. La ricerca, condotta da Giuseppe Coco, Responsabile Area di Ricerca "Mutamenti sociodemografici" di AUR, analizza i dati di traffico dal 2000 al 2025. Per l'infrastruttura e il suo apporto al sistema turistico regionale, la prova del nove è rappresentata dalla continuità. Diventerà la porta aerea del turismo umbro in crescita o si impantanerà nei lacci e lacciuoli della politica?

I numeri del primo semestre 2025 sembrano fornire una risposta netta: oltre 276mila passeggeri hanno transitato dallo scalo umbro, segnando il miglior risultato mai registrato per un primo semestre. Un dato che supera sia i 227mila dello stesso periodo del 2024, sia i 234mila del 2023, confermando una traiettoria di crescita avviata nel 2022 e proseguita senza interruzioni.

Ma è proprio questo slancio a rendere più urgente la questione posta dall'AUR: lo scalo saprà consolidare questo trend o scivolerà nuovamente nelle sabbie mobili delle beghe politiche che troppo spesso hanno frenato le infrastrutture regionali?

Dal terremoto del 2016 alla rinascita: l'odissea di uno scalo regionale

L'analisi dell'Agenzia Umbria Ricerche restituisce il quadro di un'infrastruttura che ha saputo reinventarsi dopo anni di turbolenze. La fase più difficile si colloca tra il 2016 e il 2019, quando il terremoto del 2016 e le sue conseguenze sul turismo, unite a una riduzione dell'offerta di voli, portarono a una flessione significativa dei passeggeri, scesi nel 2019 a poco più di 219mila.

"È un periodo di contrazione che riflette le fragilità di un'infrastruttura regionale esposta agli shock esterni", sottolinea Giuseppe Coco nello studio, individuando proprio in quegli anni il banco di prova per la tenuta dello scalo.

La crisi pandemica del 2020-2021 ha poi segnato il punto di minimo, con il traffico ridotto drasticamente in linea con la dinamica globale che ha colpito l'intero comparto aeroportuale. Ma è dal 2022 che si verifica la vera svolta: in un solo anno i passeggeri crescono di oltre il 44%, per poi consolidarsi su valori mai raggiunti prima.

La soglia dei 500mila: da visione progettuale a realtà operativa

Particolarmente significativo appare il confronto con le previsioni elaborate durante la riqualificazione infrastrutturale realizzata tra il 2007 e il 2012, firmata da Gae Aulenti. All'epoca fu posta come riferimento progettuale una capacità annua attorno ai 500mila passeggeri: una soglia che rappresentava un traguardo possibile ma non garantito, una proiezione ambiziosa calibrata sul contesto regionale.

"Oggi, a distanza di più di un decennio, quella soglia non è più una previsione: è diventata una condizione concreta", evidenzia Coco nell'analisi. Ed è proprio questo passaggio - da visione progettuale a piena operatività - a definire la portata del cambiamento che ha attraversato l'aeroporto dell'Umbria.

I dati sui movimenti aerei, disponibili dal 2012, rafforzano questa lettura. Il 2024 ha registrato il miglior dato del periodo osservato, mentre il primo semestre 2025 conferma una tenuta operativa che sembra consolidarsi nel tempo. Una traiettoria coerente con l'andamento dei passeggeri, che suggerisce come il rilancio dello scalo abbia prodotto effetti non solo quantitativi, ma anche nella capacità di proporsi come nodo affidabile nella rete aeroportuale italiana.

La sfida della continuità: tra consolidamento e rischio di irrilevanza

La crescita sostenibile, secondo l'analisi di Coco, passa necessariamente attraverso "una rete di relazioni virtuosa con i vettori, con i territori, con il turismo e con le politiche pubbliche per la mobilità". Nel sistema aeroportuale italiano non è affatto scontato che uno scalo minore riesca a trovare un proprio spazio stabile.

Il caso dell'Umbria dimostra che è possibile, ma la continuità resta la vera sfida. Quella continuità che, dopo le recenti polemiche, rappresenta oggi l'elemento discriminante tra il consolidamento definitivo e il rischio di un nuovo scivolamento verso l'irrilevanza. I 276mila passeggeri del primo semestre 2025 non sono solo un numero: sono la cartina di tornasole di una maturità che lo scalo umbro non può più permettersi di disperdere.

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Federico Zacaglioni
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