L'Aeroporto internazionale dell’Umbria, gestito dalla società Sase, sta attraversando un momento di grave incertezze economiche, suscitando forti preoccupazioni da parte delle organizzazioni sindacali Filt Cgil e Uilt Umbria. A seguito di un incontro che si è svolto mercoledì 9 aprile presso la Prefettura di Perugia, è emerso una scenario preoccupante: la società di gestione dell’aeroporto si appresta a chiudere l’esercizio con un bilancio in rosso. A comunicarlo sono stati i Segretari Generali dei due sindacati, Ciro Zeno e Stefano Cecchetti, i quali hanno espresso il loro timore non solo per l’aspetto finanziario, ma anche per le gravi implicazioni che tale bilancio negativo avrà sui lavoratori. La rivelazione del disavanzo ha colto di sorpresa i sindacati, che da tempo avevano sollevato dubbi sulla gestione e sulle scelte strategiche adottate nei mesi recenti.
"La situazione che si sta prospettando per l’Aeroporto dell’Umbria è davvero triste”, dichiarano i due segretari sindacali. Le preoccupazioni sollevate riguardano non solo il bilancio in negativo, ma anche una gestione del personale che desta forti perplessità. In particolare, i sindacati hanno espresso contrarietà rispetto alla gara per la sicurezza interna, giudicata insufficiente e inadeguata a garantire la protezione dei lavoratori, sia quelli a tempo indeterminato che stagionali. A rendere la situazione ancora più allarmante, il fatto che, durante un incontro ufficiale con la Prefettura, i sindacati siano stati informati in anticipo della gravissima crisi economica della società, un’informazione che avrebbe dovuto essere condivisa tempestivamente e in maniera trasparente. Il malcontento cresce tra i lavoratori, che si sentono sempre più esposti e vulnerabili a causa di una gestione che, secondo le parole dei sindacati, appare incapace di garantire la stabilità e lo sviluppo necessari per il futuro dell’aeroporto.
Nel loro intervento, Zeno e Cecchetti hanno rivolto dure critiche all’attuale consiglio di amministrazione di Sase, definendolo “di fatto dimissionario” e del tutto inadeguato a gestire con efficacia l’aeroporto. “Il consiglio di amministrazione sta producendo danni a non finire”, affermano i due segretari sindacali. Come è stato possibile che, in un lasso di tempo così breve, l'aeroporto sia passato da importanti utili a un disavanzo? “C’è stata incapacità gestionale o sono emersi problemi strutturali più gravi?”, si interrogano. Le preoccupazioni si concentrano principalmente su chi dovrà sostenere il peso di questi debiti. A giudizio dei sindacati, è probabile che saranno ancora una volta i lavoratori a pagare il prezzo della mala gestione.
La situazione economica dell’aeroporto e le previsioni di un bilancio negativo sono tutt’altro che rassicuranti per il futuro del San Francesco d’Assisi. Il rischio di una ulteriore riduzione dei servizi e della qualità operativa si traduce in ripercussioni potenzialmente devastanti anche sul piano occupazionale. I sindacati temono che l'aeroporto continui a "fare cassa sulla pelle dei lavoratori", una strategia che potrebbe minare la stabilità non solo del settore, ma anche dell'intero tessuto economico e sociale della regione. "Abbiamo già previsto questo disastro mesi fa", affermano i rappresentanti sindacali. Le segnalazioni, che avrebbero dovuto portare alla luce una problematica strutturale che affligge l’aeroporto, sono state inizialmente accolte con scetticismo. Oggi, tuttavia, la realtà dei fatti è innegabile. In questo momento critico, i sindacati auspicano che le istituzioni competenti prendano finalmente atto della gravità della situazione, intervenendo non solo per risolvere le difficoltà gestionali dell'aeroporto, ma anche per evitare che questa crisi rischi di estendersi a un impatto devastante su tutto il territorio umbro.
La crescente preoccupazione per la situazione dell’Aeroporto Internazionale dell’Umbria si inserisce in un contesto di crescente incertezza per l’economia regionale. Sebbene la pandemia e gli effetti collaterali sul turismo abbiano già indebolito il settore dei trasporti, è la gestione poco trasparente e la mancanza di una visione strategica a lungo termine che sembrano aver ulteriormente acutizzato la crisi. Con la chiusura in rosso dei conti di Sase, si preannuncia un futuro arduo non solo per l’aeroporto, ma anche per i lavoratori e le loro famiglie. I sindacati parlano di disastro, definendo questa situazione come il punto di rottura di un sistema che da tempo mostrava evidenti segni di fragilità. Se non affrontata con decisione, questa crisi rischia di compromettere ulteriormente il già fragile equilibrio economico e sociale dell’Umbria.