Lucio Lupini, figura centrale nella vita culturale, sociale e istituzionale di Gubbio ha chiuso il suo cammino terreno. Era nato il 16 giugno 1946, e se ne va a pochi giorni dal suo settantanovesimo compleanno, lasciando dietro di sé una scia di memoria, affetto e riconoscenza. Domani, venerdì 13 giugno, alle ore 15:30, nella chiesa di San Pietro, si terranno i funerali. La camera ardente è stata allestita nella stessa chiesa, dove amici, conoscenti e concittadini possono rendere omaggio a un uomo che ha dato molto alla sua terra.
Lucio Lupini era laureato in giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Perugia e abilitato alla direzione tecnica di agenzia di viaggio, iscritto nell’albo regionale dell’Umbria. Una formazione solida, che ha saputo mettere a frutto in diversi ambiti, sempre all'insegna della competenza e dell'amore per il territorio.
Per Gubbio ha rappresentato una vera forza trainante, un punto di riferimento trasversale, capace di dialogare con tutti e di agire concretamente per valorizzare la città, le sue tradizioni, la sua economia.
Uno dei ruoli che più lo ha visto protagonista è stato quello di presidente dell’associazione Maggio Eugubino, carica che ha ricoperto con dedizione dal 2005 al 2020. Un quindicennio in cui ha portato nuova linfa all’associazione, rendendola ancora più centrale nel tessuto culturale e sociale della città. Nel gennaio 2021, il suo successore Marco Cancellotti gli ha conferito il titolo di presidente onorario, un gesto di stima e continuità che ha sancito il valore del suo operato.
Con il Maggio Eugubino, Lupini è stato in prima linea nell’organizzazione di eventi culturali, nel supporto e nella promozione della Festa dei Ceri, nel coordinamento della Festa dei Ceri Piccoli, del Torneo dei Quartieri a Ferragosto, e di moltissime altre iniziative che hanno saputo unire le generazioni nel nome della tradizione e dell’identità eugubina.
Lucio Lupini ha ricoperto anche il ruolo di presidente della Confcommercio di Gubbio, portando la sua visione e la sua capacità organizzativa anche negli organismi regionali dell’associazione. Ha saputo interpretare i bisogni del territorio, sostenere le imprese locali, elaborare piani di marketing e strategie turistiche innovative, attente alle radici e al futuro della città.
Faceva parte del comitato d’indirizzo della Fondazione Perugia, all’interno della quale ha contribuito alla definizione di progettualità culturali e sociali importanti per il territorio umbro. Un impegno coerente con la sua personalità: costruttiva, discreta, sempre orientata alla condivisione e al miglioramento.
Lupini ha vissuto anche la dimensione politica, con lo stesso spirito di servizio che ha caratterizzato ogni suo passo. È stato consigliere comunale, militante prima nella Democrazia Cristiana, poi protagonista di esperienze civiche animate dal desiderio di costruire ponti e progetti, piuttosto che alimentare contrapposizioni.
"Un uomo del fare, non del gridare", lo ricordano in molti. Mai sopra le righe, ma sempre presente, capace di interpretare la politica come cura del bene comune, come esercizio quotidiano di ascolto e proposta.
Negli ultimi anni, con l’intensità di chi sa che il tempo va colto, si era dedicato alla sua antica passione per la pittura. Un dono che aveva tenuto in serbo a lungo, sopraffatto dagli impegni, ma che ha potuto finalmente sbocciare anche grazie alle figlie, che un Natale gli avevano regalato pennelli, colori, tele: “Tutto il necessario per iniziare a dipingere davvero”, raccontava commosso.
La pittura per lui non era solo svago: era una forma di espressione, un modo per osservare il mondo, e Gubbio in particolare, con uno sguardo lirico. La sua opera “Autunno a Parco Ranghiasci” gli ha valso nel 2013 la Farfalla d’Oro, nell’ambito del concorso nazionale 50&Più, a cui partecipavano oltre 700 opere tra pittura, poesia, prosa e fotografia.
Ha esposto in mostre locali e nazionali, ricevendo apprezzamenti sinceri. Un riconoscimento tardivo, ma sentito, a un talento autentico, nutrito dalla sensibilità dell’uomo e dalla profondità del cittadino che aveva fatto dell’amore per la propria terra una ragione di vita.
Chi lo ha conosciuto ne ricorda il tono pacato, lo sguardo attento, l’ironia intelligente. Era una persona affabile, sempre disponibile al dialogo, capace di vedere il potenziale nei progetti come nelle persone. Ha lavorato alla valorizzazione territoriale in ogni forma: dalla progettazione turistica alla promozione dei parchi, dalla ricettività all’identità culturale.
Lucio Lupini era uno di quei rari cittadini che sanno farsi istituzione, senza mai perdere l’umanità, il sorriso, la gentilezza. Il suo contributo a Gubbio non si misura solo con le cariche ricoperte, ma con la profondità delle relazioni che ha costruito. Era un punto di riferimento stabile, un “uomo di comunità” nel senso più autentico del termine.
Con la sua scomparsa, Gubbio perde una voce autorevole, un’anima buona, un costruttore silenzioso. Ma guadagna anche una coscienza rinnovata di quanto sia importante il contributo civile, culturale, umano di persone come lui.
Il dolore per la perdita si mescola alla gratitudine per l’eredità che ci lascia. Un’eredità che è fatta di visione, di partecipazione, di gesti piccoli e grandi, di parole giuste nei momenti giusti. E di quella capacità rara di saper tenere unita una comunità.
Venerdì 13 giugno, alle 15:30, la chiesa di San Pietro accoglierà amici, parenti, istituzioni e cittadini per l’ultimo saluto. Sarà il momento del congedo, ma anche dell’impegno: raccogliere il testimone di chi ha amato la città con intelligenza e passione, e continuare, ognuno nel proprio piccolo, a costruire quella Gubbio che Lucio Lupini ha sognato, difeso, servito.
"Un uomo buono lascia un segno silenzioso, ma profondo. Gubbio oggi lo piange, ma domani lo ricorderà. Sempre."