L’Umbria si conferma regione pioniere nella tutela delle acque dai cosiddetti “inquinanti eterni”. È la prima in Italia a introdurre un monitoraggio continuo dei Pfas (sostanze perfluoroalchiliche) nelle acque destinate al consumo umano. L’iniziativa nasce da un protocollo d’intesa sottoscritto dalla Regione con Arpa Umbria, le Usl 1 e 2, l’Auri e i gestori idrici, presentato oggi a Perugia dall’assessore all’Ambiente, Thomas De Luca.
Il programma prevede un sistema di sorveglianza articolato su due livelli: le analisi di routine dei gestori idrici saranno integrate da campionamenti e verifiche indipendenti condotte da Arpa Umbria e dalle Usl regionali.
"Il monitoraggio è già sostanzialmente in corso - ha spiegato l’assessore Thomas De Luca - e il protocollo firmato consente un doppio campionamento e un doppio livello di analisi, con controprova, per verificare eventuali presenze di Pfas nell’acqua potabile”.
Il sistema interesserà oltre 440 zone di fornitura distribuite in 92 comuni umbri, con campagne di campionamento già programmate per il periodo ottobre-dicembre 2025. L’entrata a regime è prevista entro il 13 gennaio 2026, in coincidenza con l’avvio della nuova normativa nazionale che introduce limiti specifici per queste sostanze.
L’assessore Thomas De Luca ha definito il progetto “un’azione strategica per la sicurezza dei cittadini e la qualità dell’acqua dei nostri rubinetti, oggi più controllata e sicura di molte acque in bottiglia”. Entro la prossima primavera sarà operativo il laboratorio accreditato Arpa Umbria di Amelia, che consentirà di eseguire analisi interne rapide, garantendo - come ha sottolineato De Luca - “il pieno controllo della filiera dei dati”.
I risultati dei monitoraggi saranno pubblici e accessibili ai cittadini tramite canali istituzionali, in un’ottica di massima trasparenza e partecipazione.
Il protocollo si inserisce nel quadro delle direttive europee e del decreto legislativo 18/2023, aggiornato nel 2024, che definisce limiti e procedure di controllo per i Pfas. “Ci muoviamo dentro un contesto regolatorio sempre più rigoroso – ha dichiarato De Luca – che impone controlli accurati sugli inquinanti emergenti, frutto di decenni di attività industriale. L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha già chiesto al Governo di procedere verso il bando progressivo dei Pfas nei settori dove esistono alternative sicure”.
Il protocollo stabilisce ruoli e responsabilità chiari per tutti i soggetti coinvolti - gestori idrici, Arpa, Usl e Auri - prevedendo una cabina di regia regionale incaricata di coordinare la condivisione dei dati e di gestire tempestivamente eventuali criticità. Particolare attenzione sarà riservata alle aree più vulnerabili, come la Conca ternana, già oggetto in passato di monitoraggi ambientali mirati.
“Questa strategia - ha sottolineato l’assessore - tutela non solo la salute pubblica, ma anche il valore economico e turistico del territorio. L’Umbria potrà così dimostrare, attraverso dati pubblici e verificabili, che qui si beve acqua sicura e di qualità”.
L’avvio del monitoraggio continuo dei Pfas colloca l’Umbria tra le regioni più avanzate in Europa nella tutela della salute pubblica e nella gestione sostenibile delle risorse idriche. L’approccio adottato - basato su analisi costanti, trasparenza dei dati e stretta collaborazione tra gli enti coinvolti - segna un passo decisivo verso una gestione più consapevole e preventiva delle risorse idriche.
Secondo la Regione, i punti di forza del programma risiedono nella tempestività delle analisi, nella qualità del coordinamento interistituzionale e nella capacità di tradurre i dati raccolti in interventi concreti di protezione ambientale.
L’attivazione del laboratorio Arpa Umbria di Amelia e la pubblicazione trasparente dei risultati vengono considerate tappe fondamentali per rafforzare la fiducia dei cittadini, migliorare la governance ambientale e offrire un modello replicabile a livello nazionale.