Prima i rifiuti, ora l’acqua: la stangata dell’AURI arriva anche sulle tariffe dell’idrico, con Terni che – come aveva già fatto sul ciclo della nettezza urbana – apre un caso politico. Stavolta, però, i margini di azione per ridurre l’incremento delle bollette dell’acqua non ci sono.
Gi, perché sui rifiuti e sulla TARIC, Bandecchi tirò fuori dal cappello a cilindro – grazie al lavoro del suo vice Corridore con ASM – la transazione con l’acciaieria. Che consentì una diminuzione dell’1,2% per la tariffa corrispettiva comunale. Nel caso del servizio idrico, però, il Comune di Terni può solo alzare la voce e far salire il termometro della tensione politica. Marcando le distanze da un sistema che comincia a mostrare la corda.
L’assessore comunale Marco Iapadre, che ha partecipato per Palazzo Spada al direttivo di Authority regionale su acqua e rifiuti, si è astenuto sulla proposta di aumenti. E come lui hanno fatto altri 3-4 comuni minori. La revisione delle tariffe avviene sulla base di un meccanismo tecnico. L’ARERA, come ente terzo individuato dalla normativa di settore, indica i parametri di calcolo. E i tecnici di AURI effettuano gli adeguamenti legati ai costi di gestione, servizi (come l’energia) e inflazione.
E stavolta per l’Umbria, dove si pagano già tariffe tra le più alte d’Italia (peggio fa solo la Toscana), gli aumenti saranno compresi tra il 5,9 e l’8 per cento per il solo 2024. Mentre se si considera l’intero periodo regolatorio 2024-2029, si registreranno incrementi compresi tra il 20,8 al 23,6 per cento. A seconda degli ATI, gli ambiti territoriali integrati di riferimento.
Terni si astiene sulla delibera AURI per gli aumenti delle tariffe dell’acqua. “Sistema fuori controllo creato dalle giunte di sinistra”
L’assessore comunale Marco Iapadre è un fiume in piena. E chiede un cambio di paradigma totale rispetto al sistema che, con una configurazione decisa lustri fa, sta diventando insostenibile.
“Noi non contestiamo l’istruttoria dei tecnici AURI, che applicano la legge – spiega -. Però dovevamo dare un segnale politico. Il sistema va gestito in maniera diversa. Così siamo di fronte a una mera presa d’atto, in cui la politica non ha strumenti per poter intervenire. Lasciando piena libertà ai gestori nei vari ambiti territoriali di operare nel loro interesse. Il sistema creato dalla sinistra negli anni della privatizzazione del ciclo delle acque è un sistema perverso. Non è un caso se le tariffe più alte si registrano nelle regioni dell’Italia centrale. Con Toscana e Umbria in testa. Le giunte di sentrosinistra che hanno governato per decenni la Regione e i Comuni non sono mai intervenute per cambiare questi indirizzi. I gestori hanno piena libertà di decidere come e dove investire. E spesso non lo fanno per migliorare l’efficienza dei servizi“.
Iapadre cita il tema energetico. Con costi rilevanti che si riverbano sulle tariffe che arrivano proprio dagli aumenti delle bollette elettriche. “Ma nessuno in questi anni ha potuto, non dico obbligare, ma almeno orientare le società dell’acqua – continua – a realizzare impianti di autoproduzione energetica. Sfruttando anche le rinnovabili e la possibilità di non dipendere dall’andamento del gas“.
Poi c’è il tema della dispersione idrica. Circa il 30% dell’acqua si perde dalla rete per infrastrutture vecchie e problemi di manutenzione. Una situazione grave, che si riverbera sulle bollette. E che rischia di diventare drammatica per via del cambiamento climatico.
“Abbiamo già approvato due delibere in giunta comunale per sostenere l’azione della SII sul versante dell’efficientamento delle reti. Ci sono fondi PNRR attivati per 31 milioni di euro – continua Iapadre -. Confidiamo che i lavori partano prima possibile e si possano ridurre sensibilmente le ineffiecienze della rete idrica. Così da poter contenere costi di gestione e sterlizzare le bollette dei cittadini“.
Nell’ambito ternano aumenti del 6,2% nel triennio. Filipponi (PD) chiede l’intervento della Regione
Per l’ATI 4, quello del Ternano, l’aumento sarà del +6,2 per il triennio 2024-2026. Mentre fino al 2029 gli aumenti saranno progressivi e compresi tra lo 0,3 e il 2,2 per cento. Complessivamente la previsione di incasso tariffario passerà da 51,4 a 57,2 milioni. Insomma, una prima grana per la nuova AURI a trazione di centrosinistra, col sindaco spoletino Sisti che ha recentemente sostituito quello di Todi Ruggiano. E con la maggioranza del direttivo che ha cambiato segno dopo le ultime amministrative.
“Tutto questo – dice Francesco Filipponi, capogruppo del PD al consiglio comunale di Terni – fa seguito oltre che all’aumento del costo della vita anche all’aumento di corrente elettrica, gpl e metano. In consiglio comunale, oltre le agevolazioni previste dal gestore per le famiglie in gravissime difficoltà, lo scorso anno, in sede di approvazione del bilancio di previsione, facemmo inserire un fondo di solidarietà. Ora probabilmente questa misura non basta più. Occorre, anche in vista delle elezioni regionali, che i comuni chiedano alla Regione di svolgere un ruolo di coordinamento. Al fine di monitorare la situazione, divenuta ormai troppo pesante per le famiglie, soprattutto quelle più disagiate“.