La cura di Acea fa bene ai conti dell’ASM di Terni. A poco più di un anno dal secondo closing – che ha concluso l’operazione di aggregazione societaria il gruppo romano, la multiutility ternana e il Comune di Terni – migliorano, infatti, tutti gli indicatori di bilancio. E l’azienda di via Capponi può festeggiare un utile più che raddoppiato rispetto al 2022 e una patrimonializzazione che dà solidità per il futuro.
L’obiettivo dichiarato dell’operazione era quello di rafforzare la prima multiutility integrata umbra. E l’Assemblea degli azionisti (Comune di Terni al 55% e Acea al 45%) ha approvato il primo bilancio che il gruppo romano consolida integralmente sulla base degli accordi sottoscritti, per quanto previsto nei patti parasociali e nello statuto. Per questa ragione il bilancio di ASM Terni è stato redatto, per la prima volta, in base ai principi internazionali IAS. Quelli obbligatori per le società quotate in Borsa, come la capogruppo capitolina guidata dal CEO Fabrizio Palermo.
L’amministratrice delegata Tiziana Buonfiglio, arrivata dal SII a fine 2022, può dunque festeggiare una chiusura in utile per 3,3 milioni di euro circa. Ma più che il conto economico per la multiutility di via Capponi è importante lo stato patrimoniale: il patrimonio netto si attesta a 83 milioni, in crescita rispetto all’esercizio precedente. E restituisce una fotografia di rinnovata solidità e prospettiva, che porta ad inquadrare l’ingresso di Acea più che come un “salvataggio” che non come un’acquisizione.
ASM Terni migliora i conti con la cura Acea: fatturato a 72 milioni, buoni contributi dalle partecipate e investimenti per 7 milioni
La seduta dell’Assemblea degli azionisti si è svolta con la partecipazione dell’intero capitale sociale si è conclusa con l’approvazione del bilancio all’unanimità. Contestualmente è stato presentato anche il bilancio di sostenibilità della multiutility ternana. Per ASM il 2023, quello fotografato dal documento contabile è “l’anno della ripartenza grazie al closing con Acea“. Di certo, l’azienda – fortemente condizionata dalla situazione difficile dei conti del Comune negli anni passati – ha segnato un cambio di passo. Anche se restano alcune partite da sistemare, come ad esempio quella degli altissimi crediti commerciali da riscuotere (oltre 62 milioni).
Il fatturato si attesta a 72,5 milioni (in crescita rispetto ai 69,8 milioni del 2022), così come sono buoni i risultati delle partecipate (UmbriaDue, Ferrocart e Umbria Energy). Sono i proventi di queste ultime, infatti a consentire con il loro contributo di sterilizzare l’effetto di oneri finanziari per circa 3,5 milioni. ASM ha messo in campo investimenti per 7 milioni di euro ed ha raggiunto, come detto, un patrimonio netto di 83 milioni di euro. Chiudendo in utile di 3,3 milioni (il risultato era stato di 1,5 milioni nel 2022) che va a rafforzare la struttura patrimoniale della società. Il debito resta molto elevato, ma la solidità dell’azionista e l’avvio del processo di soluzione dei contenziosi che passa da un accordo col Comune, danno vibrazioni positive.
Non a caso, il vicesindaco del Comune di Terni Riccardo Corridore ha espresso soddisfazione per l’operazione di riduzione della TARIC. “È stato possibile portarla a termine grazie alla transazione con AST e allo spirito di collaborazione venutosi a creare con Acea. L’auspicio è quello di cambiare la modalità di raccolta dei rifiuti e trasformare ciò che è un costo in una risorsa economica per la città”.
Nominato il nuovo presidente Gabriele Ghione, prende il posto di Mirko Menecali
L’assemblea ha anche nominato il nuovo presidente designato dal Comune di Terni, Gabriele Ghione, generale e ingegnere, ex direttore della Fabbrica d’Armi di viale Brin ed esperto di energie rinnovabili e di impiego industriale dell’idrogeno.
“A nome dell’intero CDA – ha dichiarato l’amministratrice delegata Tiziana Buonfiglio – ringrazio il presidente uscente per la dedizione e l’entusiasmo con cui ha guidato l’azienda in questi anni. Anche in una fase di cambiamento strategico. Al tempo stesso il più caloroso benvenuto al nuovo presidente, che saprà portare un contributo significativo per dare un ulteriore slancio sia in termini di innovazione che di relazioni istituzionali. Crescente in questo complesso percorso di normalizzazione è stata la collaborazione con il Comune socio, da ultimo testimoniata dal raggiungimento di un accordo storico con Ast. Con grande riconoscenza verso il consiglio d’amministrazione, il management e le maestranze tutte per il lavoro di squadra, chiudiamo il 2023 con un valore aggiunto distribuito in varie forme al territorio pari a quasi 70 milioni di euro“.
Nominato dalla precedente giunta Latini, Mirko Menecali è stato ringraziato anche da Riccardo Corridore in rappresentanza del Comune. “Faccio un passo indietro – ha affermato Menecali – per sensibilità istituzionale“. Il passaggio della campanella col nuovo presidente Ghione è avvenuto all’insegna del fair play. “Mi metto subito al lavoro per portare a termine il nuovo piano industriale di ASM. Impegnandomi a garantire le migliori sinergie fra il socio pubblico ed il socio privato per rendere l’azienda un volano dell’economia locale”.
Si riapre al TAR la partita delle autorizzazioni per bruciare i rifiuti nel termovalorizzatore di Acea Ambiente
Mentre andava in scena l’Assemblea degli azionisti in via Bruno Capponi, il TAR dell’Umbria pubblicava sul sito della giustizia amministrativa la sentenza relativa al contenzioso per le autorizzazioni del termovalorizzatore Acea di Maratta a Terni. Un pronunciamento che annulla la conclusione negativa del procedimento di VIA (valutazione impatto ambientale) coordinata con AIA (Autorizzazione integrata ambientale), dando ragione alla società capitolina.
Acea Ambiente, infatti, si era opposta agli atti con cui la Regione dell’Umbria aveva negato la possibilità di estendere le tipologie di rifiuti non pericolosi da avviare a recupero energetico nel termovalorizzatore. La decisione di non concedere ad Acea la possibilità di acquisire combustibile solido secondario, ricavato dalla frazione secca degli RSU, era stata motivata dalla Regione con l’imminenza dell’aggiornamento del Piano regionale di gestione integrata dei rifiuti. Ma per i giudici amministrativi le ragioni di compatibilità ambientale addotte dagli enti locali per motivare il diniego sono state insufficienti e illegittime.
Ora Acea potrà riavviare l’iter autorizzativo e chiedere di modificare il mix di materiale trattato. L’impianto, che occupa 42 persone, brucia ogni anno un massimo di 120 mila tonnellate di pulper di cartiera, opportunamente disidratato. L’idea dell’azienda è quella di inserire nei forni anche altre tipologie di rifiuti da avviare a recupero energetico.