19 May, 2025 - 18:11

Le accuse dell’opposizione a Tommaso Bori: cosa c'è dietro la mozione di censura in Umbria

Le accuse dell’opposizione a Tommaso Bori: cosa c'è dietro la mozione di censura in Umbria

Martedì 21 maggio l’Assemblea legislativa dell’Umbria sarà chiamata a discutere una mozione di censura nei confronti dell’assessore regionale al bilancio, Tommaso Bori. A presentarla è stato l'intero fronte del centrodestra in Consiglio regionale, in un atto politico che viene definito "forte ma necessario" da parte dei promotori. La mozione nasce da una serie di dichiarazioni pubbliche rilasciate da Bori negli ultimi mesi, che secondo l’opposizione avrebbero travisato la reale situazione dei conti pubblici della Regione, in particolare nel comparto sanitario.

Secondo quanto dichiarato da Paola Agabiti (FdI), Nilo Arcudi (Tesei Presidente - Umbria Civica), Enrico Melasecche Germini (Lega), Matteo Giambartolomei (FdI), Eleonora Pace (FdI), Laura Pernazza (FI), Andrea Romizi (FI) e Donatella Tesei (Lega), l’assessore Bori avrebbe utilizzato la comunicazione istituzionale e i social per diffondere dati considerati "gravemente fuorvianti", in particolare l’affermazione di un presunto "buco" da 243 milioni di euro nella sanità umbra.

I firmatari parlano di una strategia comunicativa ossessiva e allarmista, che avrebbe contribuito a generare un clima di sfiducia nella cittadinanza e nelle istituzioni, con ricadute dirette anche sulla percezione pubblica della sanità regionale. L’utilizzo ricorrente di termini come “ammanco”, secondo l’opposizione, alluderebbe a scenari gravi e infondati, mai confermati da alcun riscontro formale.

Bilancio sanitario umbro e polemiche politiche: perché il centrodestra chiede la testa di Bori

Nel dettaglio, la contestazione ruota attorno alla narrazione pubblica costruita da Bori a partire da marzo scorso, in cui l'assessore ha parlato apertamente di un deficit sanitario regionale pari a 243 milioni di euro. Una cifra che, secondo l'opposizione, è stata più volte smentita dai documenti ufficiali della Regione e da fonti governative, inclusi report del Ministero dell'Economia.

I consiglieri firmatari accusano l'assessore di aver reiterato un messaggio allarmistico, parlando di "ammanco" e lasciando intendere ipotesi di irregolarità o addirittura di reati, senza tuttavia fornire alcun elemento oggettivo a supporto. Una scelta comunicativa che, secondo il centrodestra, ha alimentato tensioni nella popolazione e compromesso il confronto politico in aula.

A pesare ulteriormente sul giudizio negativo espresso dalla minoranza ci sarebbero anche alcune incongruenze emerse nel corso delle audizioni in Commissione bilancio. In particolare, l’opposizione richiama l'annuncio di una manovra fiscale da 322 milioni di euro fatto da Bori durante una seduta, salvo poi ridimensionare i termini dell’intervento in una conferenza stampa successiva. Un comportamento che i firmatari della mozione definiscono "strumentale", finalizzato a giustificare l'introduzione di nuove misure economiche ritenute penalizzanti per famiglie e imprese umbre.

La difesa di Tommaso Bori e il ruolo della presidente Proietti: cosa risponde la maggioranza

Dal fronte della maggioranza, per ora, non si registrano reazioni ufficiali. Tommaso Bori ha difeso in più occasioni la correttezza del proprio operato, sottolineando la necessità di intervenire in modo trasparente sulla situazione finanziaria della sanità umbra. In aula e sui social ha più volte ribadito che la priorità del suo mandato è garantire sostenibilità ai servizi pubblici, a partire da quelli sanitari, anche a costo di affrontare misure impopolari.

Secondo il centrodestra, però, proprio questa impostazione avrebbe danneggiato l’immagine della Regione: "mentre l'Umbria viene riconosciuta a livello nazionale come Regione benchmark nella sanità, l'assessore continua a dipingerla come allo sbando, danneggiandone la reputazione e scoraggiando l'arrivo di nuovi professionisti nel settore".

La mozione chiede dunque all'Assemblea non solo una censura formale, ma anche un impegno diretto alla presidente della Giunta, Daniela Proietti, affinché revochi la delega all'assessore. "Non possiamo accettare – scrivono i consiglieri – che la propaganda sostituisca i fatti, che le menzogne prevalgano sulla trasparenza, che le istituzioni vengano usate per gettare fango sugli avversari politici".

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Francesca Secci
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