Incontrando l’amministratore delegato di AST, Dimitri Menecali, e il vicepresidente Mario Arvedi Caldonazzo, sembra di assistere alla tattica del poliziotto buono e di quello cattivo, sulla firma dell’Accordo di programma per l’acciaieria e la questione energetica. Per Menecali il vertice dal ministro Urso (spostato al 9 ottobre nel pomeriggio in via Veneto a Roma) “potrebbe essere decisivo, se arrivasse una risposta risolutiva sulle tariffe dell’energia“. Per Caldonazzo, invece, si tratterà “di un summit tecnico, un passaggio intermedio per poi arrivare a firmare l’Accordo di programma“.
Insomma, AST vuole andare a vedere le carte. Anche se l’accordo sembra avvicinarsi. E sulla proposta annunciata alla Camera dal titolare del MIMIT, ancora non c’è visibilità. Dimitri Menecali assicura di non conoscerla ancora. “Non ci hanno anticipato nulla – assicura -. Andremo a Roma e conosceremo la possibile soluzione individuata dal ministro insieme alle istituzioni locali e ai sindacati. Ma anche se avessi saputo di cosa si tratta, assicuro che non l’avrei rivelato nemmeno sotto tortura“.
Il clima però sembra più disteso rispetto a qualche settimana fa. Anche per l’occasione dei festeggiamenti e il buffet che stappa prosecco all’interno del Palasì di Terni. Dove si inaugura la mostra “La grande opera“, dedicata ai 140 anni di AST e al rapporto dell’azienda con l’energia. Chi non nasconde un po’ di tensione e disagio, invece, sono i segretari di FIOM, FIM e FISMIC, Rampiconi, Liti e Olimpieri. “Ogni giorno che passa è un un giorno che allontana le prospettive di sviluppo dell’azienda – dicono all’unisono girando tra i pannelli della mostra -. Ci fa piacere che vengano ribaditi gli investimenti e i programmi di crescita. Ma la firma dell’Accordo è determinante per il futuro di AST“.
Questione energetica AST e Accordo di programma, ribadito il rischio derivante dalla concorrenza internazionale
Mario Arvedi Caldonazzo e Dimitri Menecali hanno ribadito i temi già affrontati nell’audizione alla Commissione attività produttive della Camera. La disparità del costo dell’energia rispetto ai competitor europei e il dumping delle acciaierie asiatiche. E poi la mole degli investimenti già lanciati. 350 milioni, di cui 220 già avviati e in fase di realizzazione. Caldonazzo ha anche affrontato il problema del Tubificio, legato alla filiera dell’automotive.
“Abbiamo varato un effecientamento che ha riguardato un numero di dipendenti minimo – spiega -. Nessuno ha perso il lavoro e i dipendenti sono stati riassorbiti da AST. Ma sulla filiera automotive c’è un grande problema europeo. Dovete chiedere alla Commissione UE cosa vuole sui motori endotermici, che hanno bisogno del tubo marmitta , e sull’auto elettrica. Noi continuiamo a lavorare e a cercare di guadagnare quote di mercato. Ma serve una politica industriale comune“.
E poi, per la prima volta, anche una risposta sull’obiezione che viene spesso avanazata verso Arvedi. Quella cioè di chiedere tariffe elettriche agevolate solo per Terni e non anche per gli altri stabilimenti del gruppo. A costo di ritardare la firma dell’Accordo di programma AST per la questione energetica.
“Non è vero che è così – ribatte l’amministratore delegato di Finarvedi e vicepresidente di AST -. Quello dei costi energetici è un problema ovunque. Ma Terni ha una sua specificità. È un caso unico per le sue lavorazioni e le sue caratteristiche. È leader nei laminati piani inox. È un’azienda collegata alla grande derivazione idroelettrica. Avrebbe la soluzione a portata di mano. E poi è la più esposta alla concorrenza internazionale, nonché quella in cui si stanno facendo più investimenti. Ma il tema del costo elettrico per gli energivori è un tema nazionale e di politica industriale“.
La mostra “La Grande opera” accende i riflettori sulla derivazione idraulica per produrre energia
La mostra “La grande opera” è stata inaugurata da AST per i suoi 140 anni negli spazi espositivi del PalaSi in piazza della Repubblica a Terni. L’obiettivo è accendere i riflettori sul più imponente impianto di derivazione mai realizzato in Italia tra Ottocento e Novecento. Il sistema di condotte, turbine per l’adduzione delle acque dal Velino e la conseguente trasformazione della potenza della Cascata delle Marmore, in energia.
L’esposizione sarà visitabile fino al prossimo 23 ottobre e sintetizzerà gli elementi portanti del territorio: le acque con la magnificenza della Cascata delle Marmore. L’operosità, rappresentata dall’acciaio e dall’energia e la bellezza naturalistica delle gole della Valnerina. Il percorso di visita, partirà dalla fondazione dell’acciaieria e dalla realizzazione del canale motore per poi concentrarsi sull’avvento dell’energia elettrica con la nascita e lo sviluppo delle centrali idroelettriche e la nazionalizzazione della produzione elettrica con il conseguente esproprio.
Per arrivare infine ai giorni nostri: con un focus sull’attuale utilizzo dell’energia e dell’acqua nello stabilimento. La mostra “la grande opera,” è composta da pannelli esplicativi e filmati, secondo un approccio “immersivo”, con spazi dedicati anche ai siti presenti nell’area di Marmore – Campacci.
Nel 140 esimo della fondazione delle acciaierie ternane l’iniziativa “ha il compito di mantenere alta l’attenzione su un aspetto industriale determinante per Arvedi AST: quello dell’approvvigionamento energetico“.
Qeusti gli orari della mostra: da lunedì a venerdì: dalle 10-12 e 16-19, sabato e domenica: 10-12 e 15-19,30. Ingresso Libero.