C’è una promessa scritta tra le righe, che viene ripetuta più nei corridoi che nei comunicati. Per strappare il sì definitivo di Arvedi-AST alla firma dell'Accordo di programma, la Regione Umbria si è impegnata a costituire entro 12-14 mesi una società mista pubblico-privata che possa partecipare alla gara per il rinnovo delle concessioni idroelettriche. Una opportunità, quella dell'ingresso nella gestione diretta delle centrali dell'asta Nera Velino per il sistema istituzionale, che si affaccerà nel 2029.
L’obiettivo? Garantire all’acciaieria ternana un’energia rinnovabile a costo calmierato (anche attraverso il sistema del disaccoppiamento dei costi energetici chiesto a gran voce al Governo da Confindustria e Federacciai), con uno sconto stimato del 30% sul fabbisogno energetico. Un nodo centrale dell’intesa che, se andrà in porto, ridisegnerà il rapporto tra industria e territorio.
L’11 giugno è la data chiave: a Roma, al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, sarà firmato l’Accordo di programma tra Governo, Regione Umbria e Acciai Speciali Terni, dopo mesi di trattative serrate e un pressing istituzionale su tutti i livelli. Ma la vera domanda resta e i sindacati (che non oparteciperanno al summit) l'hanno posta ai rappresentanti istituzionali nella serata di giovedì. Basterà questo impegno per sbloccare anche i progetti ancora in stallo, come il rilancio del magnetico, la nuova linea a freddo e gli investimenti fino a un miliardo di euro a Viale Brin?
La Regione intanto cavalca la tigre. E - con accanto a sé l’assessore allo Sviluppo economico Francesco De Rebotti e quello all’Ambiente e all’Energia Thomas De Luca - la presidente della Regione Umbria Stefania Proietti ha aperto la conferenza stampa convocata per dare l’annuncio della firma e la prossima delibera che sterilezzerà il testo dell'Accordo.
"Per conseguire questo importantissimo risultato, atteso da oltre tre anni, voglio ringraziare tutte le istituzioni coinvolte per la collaborazione messa in campo, a partire dal Mimit con il ministro Urso, e dal ministero dell’Ambiente con Pichetto Fratin, fino al Comune e alla Provincia di Terni, i sindacati, l’azienda e il cavaliere Giovanni Arvedi".
"Con questo accordo - ha aggiunto Proietti - posso dire che l’Umbria riparte da Terni. Riparte con una carica di fiducia nuova, per i temi che introduce e per i tempi rapidi in cui è stato chiuso. Il tema dell’accordo è stato al centro anche del mio colloquio con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni lo scorso 10 gennaio: anche lei ha riconosciuto l’importanza strategica di questa ripartenza per il nostro tessuto economico".
Il dossier energetico, trattato in parallelo al piano industriale, rappresenta la colonna portante dell’intesa. "La Regione sarà parte attiva nella nuova piattaforma idroelettrica insieme agli energivori umbri, per assicurare approvvigionamenti da rinnovabili a condizioni agevolate", ha sottolineato Proietti.
Ad alzare il velo sul capitolo ambientale è l’assessore regionale Thomas De Luca. "L’accordo di programma include elementi rivoluzionari: primo tra tutti, il quartiere di Prisciano, dove da anni si combatte contro l’eccessiva concentrazione di nichel nell’aria. Dal 2015 a oggi il limite è stato superato in otto anni su dieci. Il nuovo piano ambientale prevede ora il rispetto del valore soglia che diventerà cogente nel 2030".
Altro nodo affrontato è quello della discarica industriale di Vocabolo Valle: "Non solo si frenerà l’ampliamento dei volumi, ma verrà incentivata la filiera del recupero delle scorie, con un impegno chiaro da parte dei livelli nazionali a promuovere il riutilizzo e ridurre l’apporto in discarica".
E sull’energia De Luca è netto: "La Regione vuole giocare un ruolo da protagonista, coinvolgendo direttamente gli energivori nel sistema delle concessioni idroelettriche. Questo garantirà un doppio vantaggio: energia green a costo contenuto e riduzione delle emissioni legate alla produzione".
"Abbiamo lavorato sottotraccia ma in modo costante", ha dichiarato l’assessore allo Sviluppo economico Francesco De Rebotti. "La firma dell’11 giugno sarà un punto di partenza. Da lì cominceremo a monitorare gli impegni presi dall’azienda, a partire dalla tutela occupazionale e dalla sicurezza sui luoghi di lavoro".
Il nuovo patto tra Regione e Arvedi AST, secondo De Rebotti, è il frutto di "una concertazione reale, costruita giorno per giorno" e che ora punta a sostenere un piano industriale presentato dall’azienda lo scorso 2 maggio. "Si tratta di un documento solido - spiega - che deve però trovare applicazione concreta anche sul territorio".
L’accordo che si appresta a essere firmato non è solo una tregua industriale, ma un potenziale cambio di paradigma per tutto il sistema produttivo umbro. Dietro la sigla ufficiale, il vero banco di prova sarà nella “messa a terra” degli impegni. E quella società mista per le concessioni idroelettriche è oggi il vero punto di equilibrio: se nascerà davvero, e nei tempi promessi, l’Umbria potrebbe ritagliarsi un nuovo ruolo nel panorama delle politiche energetiche regionali.