Un acceso dibattito ha visto in questi giorni protagonisti i cittadini e i tecnici dell’Ufficio Servizio Rischio Idrogeologico, Idraulico, Sismico, Difesa del suolo e gestione Idraulica della Regione Umbria. Il punto di contesa? La responsabilità della pulizia dei torrenti, in particolare il torrente Camignano, e l’interpretazione di un Regio Decreto risalente nientemeno che al 1904 che stabilisce le competenze per la pulizia degli alvei dei torrenti.
Durante una conversazione telefonica con una cittadina, un tecnico della Regione avrebbe affermato che la pulizia dei torrenti spetta ai frontisti, ovvero ai proprietari dei terreni che si affacciano sui corsi d’acqua. Questa dichiarazione ha suscitato una forte reazione, in quanto il Regio Decreto del 1904 stabilisce che i frontisti devono provvedere solo “alla costruzione delle opere a difesa dei loro beni contro i corsi d’acqua”, non alla pulizia dell’alveo del torrente, che è di competenza del demanio.
L’alveo del Camignano, il torrente che delimita il quartiere di San Martino a Gubbio, oggi è invaso dalle sterpaglie, unite alla presenza di immondizia, di topi, di serpenti e da carcasse di animali, anche di grossa taglia come i cinghiali. Il tutto rende l’aria ammorbante e il luogo malsano.
Secondo la Regione, i cittadini hanno l’onere di mantenere puliti i torrenti provvedendo al taglio degli alberi e alla gestione delle pertinenze demaniali. Tuttavia, questa interpretazione appare come un tentativo di scaricare le responsabilità. Il modulo citato sembra essere una sorta di “supercazzola” burocratica, che mira a far ricadere l’onere della pulizia sui cittadini ignari. In pratica, i cittadini vengono spinti a richiedere la pulizia come se fosse un loro dovere, mentre in realtà dovrebbe essere un compito della Regione.
Un acceso dibattito che contrappone i cittadini alla Regione
È importante ribadire che il Regio Decreto del 1904 non impone ai frontisti l’obbligo di pulire l’alveo del torrente o di manutenerlo. L’obbligo è limitato solamente alla protezione delle loro proprietà dalle acque, non alla manutenzione del corso d’acqua stesso. Pertanto, l’affermazione della Regione che la pulizia spetti ai frontisti è una distorsione della legge, volta a evitare di adempiere ai propri compiti.
Questa cattiva interpretazione della legge non solo crea confusione tra i cittadini, ma potrebbe avere gravi conseguenze. In caso di eventi idrogeologici, i cittadini potrebbero essere ingiustamente ritenuti responsabili per danni causati dalla mancata pulizia dei torrenti, quando in realtà tale responsabilità dovrebbe ricadere sulla Regione.
Secondo l’acceso dibattito che contrappone la Regione ai cittadini, la pulizia del torrente Camignano dovrebbe essere eseguita dai frontisti, ma questa posizione è in contrasto con le normative. Il torrente, attualmente in totale condizione di abbandono, pieno di immondizia e di carcasse di animali, necessiterebbe di interventi di manutenzione che la Regione sta cercando di evitare, spingendo i cittadini a farsi carico di compiti non loro.
La Regione Umbria dovrebbe invece assumersi la responsabilità delle proprie competenze. Delegare ai cittadini la manutenzione dei corsi d’acqua è non solo ingiusto, ma anche inefficace. La gestione delle risorse idriche e la prevenzione del rischio idrogeologico sono compiti complessi che richiedono competenze specifiche e coordinamento tra diverse entità amministrative.
Una legge antica che viene interpretata in maniera distorta
L’attuale situazione, caratterizzata da modulistica confusa e interpretazioni distorte delle leggi, non fa che aumentare la sfiducia dei cittadini nelle istituzioni. La Regione dovrebbe invece fornire indicazioni precise e trasparenti, garantendo che i compiti di manutenzione siano assegnati correttamente e che i cittadini siano adeguatamente informati sui loro diritti e doveri.
Il deterioramento dei torrenti non può essere ignorato. La Regione deve attuare interventi immediati per ripristinare la sicurezza e la funzionalità dei corsi d’acqua con interventi pianificati ed eseguiti in maniera professionale, coinvolgendo tecnici qualificati e con l’utilizzo di risorse adeguate.
La tutela dell’ambiente e la gestione del rischio idrogeologico sono temi di fondamentale importanza che richiedono un impegno collettivo e coordinato. La Regione Umbria ha il dovere di agire in modo deciso e coerente, dimostrando di essere all’altezza delle sfide ambientali e delle aspettative dei cittadini.