La campagna nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri (NSC) per l’abolizione dell’“atto dovuto” farà tappa a Gubbio sabato 13 dicembre 2025, con banchetti in Piazza Bosone (mattina) e sotto le Logge dei Tiratori (pomeriggio). L’iniziativa, organizzata dalla Segreteria Provinciale NSC con i segretari Gian Matteo Losio e Mario Salvatore Russo, punta a raggiungere 50.000 firme, necessarie per presentare in Parlamento una Proposta di Legge di iniziativa Popolare.
La campagna rivendica un principio semplice e diretto: «la dignità dei Carabinieri e delle Forze dell’Ordine, per un Paese più sicuro dove chi protegge è a sua volta protetto». Un messaggio che ha già trovato ampia adesione: 25.000 firme raccolte online in tutta Italia attraverso la piattaforma www.carabinierinsc.it.
Per comprendere la portata della proposta del NSC è necessario chiarire il concetto di atto dovuto, un meccanismo giuridico che incide profondamente sulla vita professionale e privata del personale in divisa.
L’“atto dovuto” è l’obbligo, previsto dal Codice di procedura penale, di iscrivere un appartenente alle Forze dell’Ordine nel registro degli indagati ogni volta che venga presentata una denuncia o emergano elementi che richiedono un accertamento formale, anche quando l’accusa è manifestamente infondata o deriva da circostanze fisiologiche dell’intervento di polizia.

In pratica, l’iscrizione scatta automaticamente, senza valutazione preliminare della fondatezza dei fatti. Questo genera:
procedimenti giudiziari immediati, anche in assenza di responsabilità;
costi legali elevati a carico dei singoli operatori;
ripercussioni disciplinari o di carriera già nella fase delle indagini;
stress emotivo e reputazionale, soprattutto in situazioni operative complesse.
È questa automatizzazione che il NSC intende superare, mirando a introdurre tutele più equilibrate per chi opera quotidianamente per la sicurezza pubblica.
La Proposta di Legge di iniziativa Popolare elaborata dal Nuovo Sindacato Carabinieri non riguarda solo l’eliminazione dell’automatismo dell’atto dovuto, ma propone un riordino organico delle garanzie per il personale in divisa.
Gli obiettivi principali della riforma includono:
istituzione di un fondo nazionale dedicato, per coprire spese legali, consulenze tecniche e percorsi di supporto psicologico e professionale;
sospensione automatica degli effetti disciplinari e di carriera fino alla sentenza definitiva, per evitare che un’indagine preliminare comprometta irrimediabilmente l’iter professionale;
riconoscimento della presunzione di legittimità dell’azione svolta, salvo prova contraria, principio già presente in diversi ordinamenti europei;
valorizzazione della figura dell’operatore in divisa come risorsa per la collettività e non come soggetto esposto a rischi giudiziari sproporzionati;
superamento dell’atto dovuto per restituire ai magistrati la possibilità di valutare previamente la fondatezza della notizia di reato, evitando iscrizioni automatiche.
«È una battaglia di buon senso e di civiltà giuridica», spiegano dal sindacato, con l’obiettivo di garantire equilibrio tra il doveroso controllo della legalità e la necessaria tutela di chi la difende quotidianamente.
A Gubbio la raccolta firme rappresenta un momento di partecipazione civica e confronto su un tema che tocca sicurezza pubblica, garanzie costituzionali e funzionamento della giustizia.
La cittadinanza potrà aderire:
in Piazza Bosone dalle ore 9.00 alle 13.00
sotto le Logge dei Tiratori dalle 14.30 alle 18.00
Per firmare sarà possibile utilizzare i documenti tradizionali oppure recarsi sul sito dedicato dove la firma può essere effettuata tramite SPID o Carta d’Identità Elettronica.
«La raccolta firme per la dignità dei Carabinieri e delle Forze dell’Ordine, per un Paese più sicuro, farà tappa a Gubbio il 13 dicembre», dichiarano i segretari Losio e Russo. Un invito rivolto a cittadini, associazioni, professionisti e a tutti coloro che ritengono necessario un equilibrio più giusto tra funzione di polizia e responsabilità giuridica.

Il traguardo è chiaro: 50.000 firme per portare la proposta in Parlamento. Il numero, tuttavia, ha un valore che va oltre il requisito normativo: rappresenta una legittimazione sociale di una riforma che il NSC considera indispensabile per un sistema di sicurezza efficace, umano e riconosciuto.
Ad oggi, la mobilitazione ha già superato 25.000 sottoscrizioni online, segno di un coinvolgimento crescente e di un dibattito che si sta estendendo a livello nazionale.
La riforma dell’atto dovuto non mira a ridurre i controlli sulla legalità dell’operato delle Forze dell’Ordine, ma a riequilibrare un meccanismo che nel tempo ha generato effetti distorsivi, esponendo personale operativo a rischi sproporzionati rispetto alle responsabilità reali.
Il passaggio della raccolta firme a Gubbio costituisce un’occasione per la comunità di partecipare a un dibattito complesso e centrale per la sicurezza nazionale, ponendo al centro la dignità professionale e umana di chi ogni giorno opera in prima linea.
Il messaggio del NSC è chiaro: «Chi protegge deve essere a sua volta protetto». Una linea che, se sostenuta dal numero necessario di firme, potrebbe presto aprire la strada a una riforma significativa del sistema giudiziario e disciplinare che riguarda migliaia di operatori in divisa.