19 Mar, 2025 - 18:00

Abbattuti alberi secolari a San Gemini: sanzionata ditta boschiva per taglio illegale

Abbattuti alberi secolari a San Gemini: sanzionata ditta boschiva per taglio illegale

Durante un ordinario controllo del territorio, i Carabinieri Forestali di Terni hanno scoperto un episodio di taglio boschivo irregolare nel comune di San Gemini. L’allarme è scattato quando i militari hanno notato una grande quantità di tronchi accatastati lungo una strada sterrata, insospettiti dalle dimensioni eccezionali del legname.

Dopo un’attenta verifica, condotta con rilievi tecnici e misurazioni GPS, è emerso che una ditta boschiva, gestita da un cittadino di nazionalità estera, pur avendo ottenuto l’autorizzazione regionale, aveva abbattuto oltre 60 querce secolari senza rispettare le normative che tutelano i boschi umbri.

La ditta boschiva ha effettuato un taglio in maniera illegale e indiscriminata

La ditta boschiva, invece di attenersi alle prescrizioni per la gestione sostenibile dei boschi, ha effettuato il taglio in maniera illegale e indiscriminata, mettendo a rischio l’equilibrio ecologico dell’area.

In particolare, l’intervento ha violato due principi fondamentali della selvicoltura sostenibile:

  1. Conservazione delle piante madri → Le querce secolari abbattute dovevano essere lasciate in piedi per garantire la rigenerazione naturale del bosco.
  2. Corretta modalità di taglio → La legge prevede che il taglio venga eseguito in modo da favorire la crescita di polloni (nuovi germogli), cosa che invece non è avvenuta.

Questa condotta ha compromesso la capacità del bosco di autorigenerarsi, lasciando il suolo esposto a fenomeni di erosione e instabilità idrogeologica.

Di fronte a una palese violazione delle normative forestali, i Carabinieri Forestali hanno elevato 7 verbali amministrativi, per un ammontare di quasi 7.000 euro.

Questa cifra, seppur significativa, appare modesta rispetto al danno ambientale causato dalla rimozione indiscriminata di alberi secolari. Le normative regionali umbre, infatti, impongono rigidi vincoli sulla gestione delle risorse forestali, proprio per evitare situazioni come questa, che mettono in pericolo:

  • L’ecosistema forestale, fondamentale per il mantenimento della biodiversità.
  • L’assetto idrogeologico, riducendo il rischio di frane ed erosione del terreno.
  • Il paesaggio locale, che viene alterato da un taglio eccessivo e non regolamentato.

Le querce secolari abbattute rappresentano una risorsa preziosa per l'ecosistema del bosco

Le querce secolari abbattute rappresentavano una risorsa preziosa per l’intero ecosistema del bosco. Un albero secolare non è solo una pianta di grandi dimensioni, ma un serbatoio di biodiversità, un regolatore climatico naturale e un elemento essenziale per la stabilità del territorio.

In particolare, le querce:

  • Assorbono enormi quantità di anidride carbonica, contribuendo alla lotta contro i cambiamenti climatici.
  • Forniscono rifugio a numerose specie animali, tra cui uccelli, insetti impollinatori e piccoli mammiferi.
  • Rendono il suolo più stabile, riducendo il rischio di frane e smottamenti.

L’abbattimento di oltre 60 querce di grosse dimensioni ha quindi un impatto che va ben oltre il danno paesaggistico, influenzando l’intero equilibrio ecologico della zona.

Purtroppo, il caso di San Gemini non è un episodio isolato. In tutta Italia, il taglio abusivo di alberi rappresenta un fenomeno in crescita, spesso collegato a:

  • Speculazioni economiche, con il commercio illegale di legname di pregio.
  • Scarsa vigilanza in alcune aree boschive, che facilita interventi non autorizzati.
  • Mancanza di consapevolezza ambientale, che porta alcuni operatori a ignorare le norme selvicolturali.

La Regione Umbria ha adottato negli ultimi anni regolamenti sempre più stringenti per la tutela delle foreste e della loro gestione sostenibile, cercando di conciliare le esigenze economiche del settore boschivo con la necessità di preservare il patrimonio ambientale.

Il taglio indiscriminato delle foreste umbre non è solo una questione ambientale, ma anche un problema di sicurezza per il territorio.

Gli esperti segnalano che la rimozione non controllata della vegetazione può avere effetti devastanti:

  • Frane e smottamenti, specialmente in zone collinari e montuose.
  • Aumento del rischio di alluvioni, poiché gli alberi regolano il deflusso delle acque piovane.
  • Perdita della fertilità del suolo, con impatti anche sull’agricoltura e sulla qualità delle risorse naturali.

San Gemini, come molte altre località umbre, è caratterizzata da un territorio ricco di boschi, che svolgono un ruolo fondamentale nella prevenzione del dissesto idrogeologico. Azioni come quella scoperta dai Carabinieri Forestali rappresentano una minaccia concreta per la stabilità del territorio.

Di fronte a questi episodi di illegalità è necessario adottare misure efficaci di prevenzione e controllo

Di fronte a questi episodi di taglio boschivo irregolare, è fondamentale adottare misure più efficaci per la prevenzione e il controllo. Alcune possibili soluzioni includono:

  • Aumento dei controlli: Rafforzare le ispezioni nei boschi, con l’uso di tecnologie avanzate come droni e immagini satellitari.
  • Pene più severe: Elevare le sanzioni per i responsabili di abbattimenti illegali, dissuadendo il commercio di legname ottenuto illegalmente.
  • Sensibilizzazione della popolazione: Informare i cittadini sui rischi ambientali del disboscamento e sull’importanza della gestione sostenibile delle risorse forestali.
  • Interventi di rimboschimento: Dopo episodi di abbattimento illegale, avviare programmi di riforestazione per ripristinare il patrimonio verde perduto.

L’episodio di San Gemini dimostra quanto sia necessario mantenere alta l’attenzione sulla gestione delle foreste. Le querce secolari non sono solo testimoni silenziosi della storia del territorio, ma pilastri fondamentali per l’ecosistema e la sicurezza idrogeologica.

Le 7 sanzioni amministrative rappresentano un segnale, ma è evidente che occorre un impegno più incisivo per fermare la distruzione del patrimonio boschivo italiano.

 
 
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Mario Farneti
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