Processione in notturna a Gubbio per la solennità del Corpo e Sangue di Cristo, il Corpus Domini, che rievoca oggi la liturgia dell’Ultima Cena del Giovedì Santo.
È uno dei momenti più importanti dell’anno liturgico della Chiesa cattolica. A Gubbio, viene sempre solennizzato portando l’Ostia consacrata lungo le strade del centro storico. Per la ricorrenza del Corpus Domini stasera il vescovo, Mons. Luciano Paolucci Bedini, celebrerà la Santa Messa alle ore 20:30 nella Chiesa di San Domenico nel quartiere trecentesco di San Martino.
Alle ore 21:15 inizierà la Processione eucaristica che toccherà piazza Giordano Bruno, via Cavour, piazza 40 Martiri, via della Repubblica, corso Garibaldi, via Dante, per concludersi nella chiesa di Sant’Agostino al capo opposto della città. Il corteo, sarà accompagnato dalle composizioni realizzate con i petali dei fiori che saranno allestite sulla strada lungo il percorso.
La festività del Corpus Domini solennizzata dopo il Miracolo di Bolsena
Fu Urbano IV a istituire la solennità del Corpus Domini nel 1264 da papa Urbano IV dopo i fatti del miracolo di Bolsena. Qualche anno prima, nel 1246, era già nata in Belgio come festa della diocesi di Liegi, con lo scopo di celebrare la reale presenza di Cristo nell’Eucarestia.
Nell’estate del 1263, un sacerdote boemo, di nome Pietro da Praga, che dubitava della reale presenza di Gesù nell’ostia e nel vino consacrati si recò in pellegrinaggio a Roma per pregare sulla tomba di Pietro e fugare i suoi dubbi. Il soggiorno romano lo rasserenò e intraprese il viaggio di ritorno. Percorrendo la via Cassia si fermò a pernottare a Bolsena, dove i dubbi di fede lo assalirono nuovamente. Il giorno successivo celebrò la messa nella Grotta di Santa Cristina.
Secondo quanto tramandato dalla tradizione, al momento della consacrazione l’ostia cominciò a sanguinare sul corporale de sacerdote. Impaurito e confuso, il sacerdote, cercando di nascondere il fatto, concluse la celebrazione, avvolse l’ostia nel corporale di lino e fuggì verso la sacrestia. Durante il tragitto alcune gocce di sangue caddero sul marmo del pavimento e sui gradini dell’altare.
Pietro da Praga si recò subito dal papa Urbano IV, che si trovava a Orvieto, per riferirgli l’accaduto. Il pontefice, allora, inviò a Bolsena il vescovo di Orvieto per verificare la veridicità del racconto e per recuperare le reliquie. Urbano IV dichiarò la soprannaturalità dell’evento e l’11 agosto 1264 estese a tutta la Chiesa la solennità chiamata Corpus Domini, nata già nel 1247 nella diocesi di Liegi per celebrare la presenza reale di Gesù nell’Eucaristia, in contrapposizione alle tesi di Berengario di Tours, secondo le quali la presenza eucaristica di Cristo non era reale, ma solo simbolica.
A Liegi in Belgio la festa era già celebrata grazie a Suor Giuliana da Cornillon
L’introduzione di questa festività nel calendario cristiano si deve principalmente a una donna, suor Giuliana di Cornillon, una monaca agostiniana vissuta nella prima metà del tredicesimo secolo. Da giovane avrebbe avuto una visione della Chiesa con le sembianze di una luna piena, ma con una macchia scura, a indicare la mancanza di una festività. Nel 1208 ebbe un’altra visione, ma questa volta le sarebbe apparso Cristo stesso, che le chiese di provvedere perché venisse istituita la festa del Santissimo Sacramento.
Dal 1222, anno in cui la nominarono priora del convento di Mont Cornillon, chiese consiglio ai maggiori teologi ed ecclesiastici del tempo per chiedere l’istituzione della festa. Scrisse una petizione anche a Hughes de Saint-Cher, all’arcidiacono di Liegi, Jacques Pantaléon (futuro Urbano IV) e a Roberto di Thourotte, vescovo di Liegi. Furono proprio l’iniziativa e le insistenti richieste della monaca a far sì che, nel 1246, Roberto de Thourotte convocasse un concilio e ordinasse, a partire dall’anno successivo, la celebrazione della festa del Corpus Domini. All’epoca i vescovi avevano infatti la facoltà di istituire festività all’interno delle loro diocesi.
Alcuni anni dopo la morte di suor Giuliana e di Roberto de Thourotte, nel 1264 papa Urbano IV, che già aveva contribuito alla prima festa del Corpus Domini in Belgio, dopo aver riconosciuto il miracolo eucaristico di Bolsena fece promulgare la bolla Transiturus de hoc mundo, con la quale istituì la solennità del Corpus Domini come festa di precetto e la estese alla Chiesa universale, fissandola al giovedì dopo l’ottava della Pentecoste.
.