Una gremita “Sala della città” alla Rocca Flea di Gualdo Tadino ha potuto conoscere il possibile volto del Beato Angelo da Casale, così come ricostruito scientificamente dal professor Fabio Cavalli, esperto di ricostruzione facciale forense. Il professore è persona molto nota in quel campo in quanto ha tenuto corsi sulla ricostruzione dei tratti del volto in archeologia e in antropologia forense per la Koç University e la Hattecepe University (TR), l’Università di Spalato (HR) e AITA Biarcheology in Barcellona (ES). Ha collaborato inoltre con il progetto europeo MEPROCS per il riconoscimento forense per sovrapposizione cranio facciale.
La sovrapposizione craniofacciale (CFS) comporta il processo di sovrapposizione di un cranio con una serie di immagini ante-mortem di un individuo e l’analisi della loro corrispondenza morfologica. La mancanza di protocolli di lavoro unificati e l’assenza di standard comunemente accettati, hanno portato a un consenso contraddittorio sulla sua affidabilità. Uno degli obiettivi più importanti del progetto MEPROCS (“New Methodologies and Protocols of Forensic Identification by Craniofacial Superimposition)” è stato quello di proporre un quadro comune per la CFS, quello che può essere considerato il primo standard internazionale nel settore.
Ricostruzione facciale forense sulla salma mummificata del Santo
A Gualdo si è partiti dalla ricognizione della salma mummificata conservata nella cripta ed eseguita due anni fa, commissionata dalla diocesi di Assisi, Nocera Umbra e Gualdo Tadino alle dottoresse Agata Lunardini e Simona Minozzì, referenti per lo studio bio-archeologico del Beato ed entrambe presenti all’evento.
Angelo da Casale, patrono di Gualdo Tadino, di cui ricorrono i 700 anni dalla morte, aveva tra i 55 e i 65 anni quando morì nell’eremo di Capodacqua come monaco eremita camaldolese. La memoria liturgica è fissata il 15 gennaio. Numerosi gli acciacchi dovuti all’età e alla vita di privazioni condotta, dall’artrite agli ascessi dentali, dai problemi alle anche dovuti al tanto camminare (l’agiografia narra del pellegrinaggio a piedi a Santiago di Compostela) alla mancanza di vitamina D, importante per le ossa, ma carente vista la poca esposizione al sole.
Era tuttavia ben nutrito, frutto presumibilmente della generosità dei gualdesi che già in vita gli riconoscevano capacità di intercessione presso Dio e aspetti di venerabilità.
Ricco il corredo della sua urna con tovaglie da mensa d’altare medievali e una veste, sotto quella visibile all’esterno, di un cotone proveniente dall’Africa.
Il Santo ebbe una vita di rinunce legata alla vita eremitica
Si recò da giovane, dopo la morte della madre a Santiago de Compostela. Di ritorno dal lungo viaggio decise di farsi monaco nella vicina Abbazia di San Benedetto a Gualdo Tadino, dove restò per qualche tempo. Presto però sentì l’esigenza di vivere in stretto contatto con Dio e ottenne il permesso di condurre una vita eremitica presso l’eremo detto di Capodacqua dove restò fino alla morte. Il 15 gennaio 1324, mentre le campane dell’abbazia di San Benedetto suonavano da sole, Angelo venne trovato morto.
Al beato Angelo sono attribuiti numerosi miracoli, come la guarigione di un indemoniato sulla piazza della città, durante i funerali di Angelo. Il suo ausilio durante l’incursione dei Cappelletti, bande mercenarie slave, a Gualdo. Il miracolo delle ciliegie nell’inverno del 1306, che salvò un cittadino di Gualdo condannato a morte. Ma il più noto, che ancora oggi si ripete, è la prodigiosa fioritura delle siepi di biancospino che la notte del 14 gennaio si coprono di numerosi germogli nonostante le basse temperature della stagione invernale, ciò avviene lungo il percorso effettuato dal feretro del beato durante i funerali, dall’eremo dei cappuccini a Capodacqua, fino al rione Biancospino. Percorso lungo il quale ogni anno i giovani organizzano una fiaccolata.
La presentazione degli esiti della ricostruzione facciale segna un momento fondamentale nel calendario di eventi organizzati dal Comitato per la celebrazione del centenario, guidato dal presidente Carlo Catanossi, che per un’altra tappa di grande attenzione aspetta settembre con l’esposizione dell’urna del Beato e sua processione per la città.