25 Apr, 2025 - 21:00

25 aprile, Scoccia: "Festa della libertà, non bandiera ideologica. Onoriamo chi ha scelto e combattuto"

25 aprile, Scoccia: "Festa della libertà, non bandiera ideologica. Onoriamo chi ha scelto e combattuto"

Il 25 aprile non è solo una data. È memoria, responsabilità, identità nazionale. Ma è anche, secondo Margherita Scoccia, consigliera comunale di Fratelli d’Italia a Perugia, una festa che rischia ogni anno di essere strumentalizzata, piegata a logiche divisive. Eppure, secondo l’esponente del centrodestra umbro, quella della Liberazione dovrebbe essere, innanzitutto, “la festa della libertà”, di tutti e per tutti. Un concetto che la consigliera ha voluto sottolineare pubblicamente, partecipando alle celebrazioni ufficiali organizzate nel capoluogo umbro, dove istituzioni civili, militari e religiose si sono ritrovate per ricordare quel 25 aprile del 1945 che segnò la svolta nella storia italiana: la fine del nazifascismo e l’inizio del cammino verso la democrazia.

Festa della Liberazione, Scoccia: "Farne una passerella ideologica monocolore, che divide invece di unire, è un errore grave"

“Il 25 aprile è la festa della libertà - ha scritto Scoccia in un post sui social -. Quella libertà conquistata a caro prezzo da uomini e donne che hanno avuto il coraggio di scegliere, di resistere, di combattere il nazifascismo e di credere in un’Italia diversa e democratica”. Parole forti, pronunciate con convinzione, che pongono l’accento su una memoria condivisa che dovrebbe essere patrimonio comune del Paese.

Ma Scoccia, pur ribadendo il valore storico e simbolico della data, ha anche voluto lanciare un monito: “Farne ogni anno una passerella ideologica monocolore, che divide invece di unire, è un errore grave”. Per la consigliera, il rischio è che una ricorrenza fondante venga utilizzata come strumento di contrapposizione politica, anziché di riflessione collettiva.

“Il 25 aprile - ha aggiunto - non è un giorno contro, è un giorno per l’unità, per il rispetto della Storia, e per la libertà, che non è una bandiera da sventolare quanto una responsabilità quotidiana. Oggi si onora l’Italia. Perciò viva il 25 aprile. Viva chi ha dato la vita. Viva chi ancora oggi difende la libertà, in silenzio, ogni giorno, con scelte giuste, concrete, coraggiose”.

Nell’Italia di oggi, attraversata da tensioni sociali, crisi geopolitiche e sfide interne alla tenuta democratica, la ricorrenza del 25 aprile continua a sollevare dibattiti. C’è chi la vive come un dovere morale, chi come un’opportunità per riflettere sul presente, chi - come Margherita Scoccia - denuncia una politicizzazione eccessiva che rischia di allontanare i cittadini da una data che dovrebbe invece unire.

Le parole di Scoccia risuonano forti anche nel dibattito nazionale, dove il centrodestra -pur riconoscendo il valore della Liberazione - chiede una narrazione più inclusiva, non confinata all’egemonia culturale della sinistra. Una richiesta di pluralismo della memoria che da anni divide l’opinione pubblica e che anche quest’anno ha trovato eco nei social, nelle piazze, nei palazzi della politica.

Una data che ha segnato la rinascita

Il 25 aprile 1945, come ricorda la storia d’Italia, fu il giorno in cui il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI) proclamò l’insurrezione generale nei territori ancora occupati dai nazifascisti. Un atto di coraggio e autodeterminazione, firmato da figure simbolo della Resistenza come Sandro Pertini, Emilio Sereni e Luigi Longo, che portò alla liberazione di Milano, Torino e di gran parte del Nord Italia ancor prima dell’arrivo delle truppe alleate.

Quel giorno, il CLNAI si assunse anche la responsabilità del governo provvisorio in nome del popolo italiano, decretando pene severe contro i responsabili del regime fascista e segnando il tramonto definitivo della dittatura. Benito Mussolini, in fuga da Milano, fu catturato e giustiziato tre giorni dopo a Dongo, mentre il 1° maggio tutte le principali città del Nord risultavano liberate.

Nonostante la guerra terminò ufficialmente solo il 2 maggio, con la resa siglata a Caserta, il 25 aprile è diventata la data simbolo della Liberazione. Inizialmente festeggiata nel 1946 per decisione del governo De Gasperi, è stata istituzionalizzata come giorno festivo solo nel 1949. Una celebrazione che da oltre settant’anni rappresenta la vittoria della democrazia sull’oppressione.

 

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Lorenzo Farneti
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