25 Apr, 2025 - 13:00

25 aprile: Orvieto e Riano unite dal ponte che porta il nome di Francesco Lanari

25 aprile: Orvieto e Riano unite dal ponte che porta il nome di Francesco Lanari

Francesco Lanari nacque a Orvieto il 12 marzo 1881 e in seguito si trasferì a Riano, nei pressi di Roma. Di mestiere ciabattino 'Mastro Checco' è diventato un simbolo della resistenza all'oppressione del regime nazifascista. Nella sua bottega riceveva i rianesi con i quali parlava di politica e degli eventi quotidiani. Una cosa oggi del tutto normale ma che durante il ventennio fascista gli causò non pochi guai e per questo prese ad essere perseguitato dal regime. 

Quando finalmente l'Italia venne liberata, Mastro Checco ricoprì, sotto la tutela del Comitato di Liberazione Nazionale, l’incarico di Commissario Prefettizio dal 20 ottobre 1944 al 1 novembre 1945 e quindi diventò il primo sindaco di Riano. Lanari si spense a Roma il 16 giugno 1972 e oggi, nell'ottantesimo anniversario della Liberazione, la cittadina di Riano ha voluto onorare la sua memoria intitolando a lui il ponte di via Dante Alighieri. Un'iniziativa carica di significato alla quale, in rappresentanza del Comune di Orvieto, ha partecipato la sindaca Roberta Tardani.

25 aprile: Riano e Orvieto unite nella memoria

La cerimonia di intitolazione è stata presieduta questa mattina dal sindaco di Riano, Luca Abruzzetti; presenti anche i famigliari rianesi e orvietani di Francesco Lanari che fu anche zio di Raimondo Lanari, uno dei Sette Martiri di Camorena, piccolo borgo nei pressi di Orvieto, vittime dell’eccidio nazifascista del 29 marzo 1944.

Uccisi dai nazifascisti come rappresaglia con l'accusa di aver ospitato e aiutato dei prigionieri inglesi i loro nomi erano: Alberto Poggiani, Amore Rufini, Ulderico Stornelli, Federico Cialfi, Raimondo Gugliotta, Raimondo Lanari e Dilio Rossi.

La sindaca Tardani a Riano ha riflettuto sul significato anche simbolico del ponte, una costruzione che unisce. Oggi, nel giorno dell’80esimo anniversario della Liberazione – ha detto – due città, due comunità si abbracciano nel ricordo di una persona che è nata a Orvieto e che qui a Riano ha lasciato un’impronta indelebile. La scelta di ricordarlo intitolandogli un ponte è un messaggio potente e pieno di significati. Non è un ponte qualunque ma proprio quello che tante volte gli permise di sfuggire alla violenza del regime e che oggi diventa un simbolo fisico e ideale di resistenza e libertà. Un ponte salva, unisce, permette di andare oltre un ostacolo, collega luoghi e persone. E da oggi questo ponte non è solo una struttura fisica ma può diventare il simbolo di una memoria condivisa e rappresentare quello che dovrebbe essere il senso profondo della Liberazione, non un’occasione per dividere, ma un momento per riconoscere ciò che ci tiene insieme al di là delle differenze”.

L'unione fra passato e presente e l'importanza di tramandare la memoria

L'importanza di custodire la memoria dei gesti e dei sacrifici di coloro che hanno permesso all'Italia di liberarsi da un regime brutale, è un impegno che riguarda ogni cittadino e ogni comunità. Quel ponte a Riano intitolato a un orvietano "è il simbolo dell’unione tra passato e presente – ha proseguito Tardani – ma anche di due responsabilità che abbiamo ancora oggi, ovvero ricordare e tramandate. E così la semplice storia di Francesco Lanari diventa anche un messaggio forte per i più giovani: che la libertà non è mai scontata e che la dignità si difende anche nei gesti quotidiani. È un collegamento tra due comunità che condividono gli stessi valori, un ponte che idealmente unisce mastro Checco ai sogni e le speranze perdute del nipote Raimondo Lanari e dei nostri Sette Martiri di Camorena. È un ponte che è un invito a non dimenticare coloro che hanno sacrificato la propria vita per un’Italia libera e democratica, e a camminare insieme, da una sponda all’altra della nostra storia, verso un futuro di libertà, giustizia e pace. Viva l’Italia e buon 25 aprileha concluso la prima cittadina di Orvieto.

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Sara Costanzi
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